..... ,._ Giornale a più voci socialiste che, oltre che nell'intervento di Lombardi, sono palesi nell'intervento di Santi (nessuna paura, onorevole, che i sindacati di fronte all'iniziativa integrazionista di tanta parte della grande industria siano dei puri e semplici rimorchiati? riformisticamente contenti delle briciole del miracolo economico, finché questo d·ura?), al di là •- dicevamo - di queste difficoltà che si potevano dare per scontate, il gruppo· più omogeneo di interventi nel dibattito ha sì sottolineato una sostanziale concordanza senza riserve espresse alla relazio,ne Spinelli, ma ha dato l'impressione di non rendersi conto che il convegno no11 discuteva un problema tecnico-economico, una situazione relativamente fissa nel tempo quale di solito è stata oggetto dei Convegni degli « amici del Mondo», ma un processo politico nella fase del suo più tumultuoso, quotidiano evolversi verso uno sbocco non necessariamente pensabile il più felice. Senza collegamenti organici, senza una effettiva volontà di appellarsi democraticamente al paese, o di crearvi delle forze di base, senza un chiaro ser1so della priorità dei vari temi politici che il grande dibattito sul centro-sinistra l1a proposto negli anni recenti in Italia, i gruppi minoritari della democrazia italiana non avranno· alcuna possibilità di costringere ad un compromesso fecondo le grandi forze italiane, cattoliche e socialiste, ed esercitare un qualche ruolo fuori del paese. Direi di pit1: che solo un ricondizionamento degli sparsi gruppi minoritari della democrazia italiana attorno al problema della costruzione democratica europea è atto- a differenziare questi gruppi, a permettere loro di portare un contribl1to loro proprio accanto a quelli positivi, ma anche negativi, che portano i grandi partiti organizzati che noi conosciamo. Quando si dice costruzione democratica europea, si danno per inclusi - sep·pure ovviamente subordinati - tutti quei problemi economici e sociali che oggi giustamente affannano la nostra vita politica nazionale, ma che solo in una c9struzione europea potranno trovare la via della soluzione: - Inserimento dei ceti depressi nella società moderna oggi italiana, domani europea, ad un più elevato livello economico e culturale: e sono, nei loro termini più generali, il problema meridionale e il problema della scuola. - Reperin1.ento di risorse adeguate a sostenere lo sviluppo dei mezzi produttivi e una giustificata espansione dei consun1i: ed è il problema della programmazione, della lotta all'inflazio·ne, delle relazioni con i paesi terzi. - Modernizzazione dello stato che dal vecchio modello burocratico napoleonico deve- evolvere verso i più moderni modelli dello stato federale e decentrato: ed è il problema delle autonomie regionali e dell'organizzazione politica, che deve saper superare tutte le possibili degenerazioni del parlamentarismo e tenersi all'altezza delle sempre più delicate esigenze organizzative della società moderna. E certamente questi problemi con poche diversità nell'accentuazione, sono problemi non della sola pel}isola, ma di tutta l'Europa Comunitaria. Discutere criticamente ancl1e solo i 1naggiori interventi_ sarebbe veramente chiedere troppo alla pazienza del lettore e distorcere l'economia cli questo scritto. Farò eccezione per due interventi cui non ho in precedenza 59 Bibliotecaginobianco
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