Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

.... Giornale a più voci dinando ad essa ed i11quadrando in essa ogni altro interesse politico: è per questo e non per altro che la relazione Spinelli sembra di tanto sopravvanzare la più parte degli interventi per la scelta meditata di una linea che sfugge a certo semplicismo « di destra » (l'Europa potenza nucleare», tesi Albonetti) e a certo semplicis1no « di sinistra » onde si afferma che all'unità politica dell'Europa si dovrà pensare dopo la risoluzione del problema della riunificazione tedesca. Questa tesi, quasi sussurrata di Lombardi, ed annacquata in approvazio11i a n1ezza bocca della relazione Spinelli, è scandalosamente in contrasto con la notoria e più volte sottolineata posizione di Spinelli, e non solo di Spi11elli, 1na dei più autentici pensatori indipendenti della Germania di oggi, da J aspers e Golo Mann, al gruppo dei fisici raccolti intorno ad Heysemberg. Percl1é l'onorevole Lombardi perde, per l'Europa unita, del tempo, se questa è una prospettiva da rinviare a dopo il sine die della riunificazione tedesca. La relazione Spi11elli segna da parte sua un importante passo verso una nuova e ben attesa ristrutturazione della linea politica del leader federalista e già preannunciata da precedenti prese di posizione (Vedere: « Voce Repubblicana» - Lettera al Direttore, 7/8 aprile 61) e ribadita ancora successivamente (Vedere, ad es., « Il Mondo», 23-1- 63: « Una leva per l'Europa», lettera aperta ad Hallstein). Una lunga polen1ica lo aveva in passato separato dai « funzionalisti », cioè da quanti ritenevano - ed erano i più, o per lo meno i più potenti ai fini delle praticl1e realizzazioni - che la via dell'Europa politica passasse per gli accordi parziali, soprattutto - ma non esclusivamente - economici. Questa polemica è oggi spenta, in quanto, da una parte, la lucidità della tesi di Spinelli, che il Mercato Comune - il massimo a cui tendeva il vecchio ft1nzionalismo e non aveva quasi il coraggio di parlarne - no11 porta necessarian1ente all'Europa politica, è dimostrata dalla triste eloquenza dei fatti: i quali ci 1nostrano un Mercato Comune in-crisi « politica» all'indomani dei suoi maggiori successi economici. D'altra parte, non può essere sfuggito ad un osservatore acuto, di proclamata (A. SPINELLI, L'Europa non cade dal cielo, Il l\1ulino - Bologna 1960) estrazione marxista, quanta strada si sia concretamente pot1,1ta fare attraverso gli accordi economici. Con gli accordi econon1ici si vanno pazie11temente erodendo le difficoltà eco11ornicl1e, che sono molte e reali, frutto di secoli dj divisione econon1ica dell'Europa, e si mettono a nudo le difficoltà politicl1e da superarsi diversamente, non per gradi, 1na con atti di vo-lontà rinnovatrice. Comunqt1e, la nuova realtà che discende dall'esistenza della Comunità, in primo luogo, le prospettive e le necessità che sono nate successivamente in Europa dalla volontà gollista di predo1ninio continentale, in secondo luogo, hanno largamente giustificato un allontana1nento dalle posizioni più astratte ed intransigenti su cui negli an11i difficili il suo movimento aveva dovuto associarsi. Tali posizioni restano care a quanti pensano - ben irrealisticamente allo stato attuale delle cose - cl1e l'unità europea possa derivare da una elevata tensio11e morale e politica, paragonabile, anche solo alla lontana, a quella che nel secolo scorso fece l'Italia una; e a quanti - a 57 Bibliotecaginobianco

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