Industrie medie per lo sviluppo del Mezzogiorno favorevole, essendo il Sud da un lato inserito nel MEC e dall'altro prospiciente i paesi mediterranei) si deve cioè passare da un approccio passivo nei riguardi dell'industrializzazione ad uno attivo, che non si limiti più ad attendere che fiorisca l'iniziativa spontanea dopo aver predisposto una serie di condizioni favorevoli. In altri termini: intervenire direttamente presso operatori industriali, nazionali ed esteri, e soprattutto, se e quando ve ne sono o è possibile crearne, meridionali, per invogliarli ad investire nel nostro Mezzogiorno; e in pari tempo valutare sistematicamente tutte le specificl1e opportunità d'investimento che si determinano nel territorio. I problemi dell'assistenza tecnica sono già stati affrontati nel Sud con la creazione dell'Istituto per l'Assistenza allo Sviluppo del Mezzogiorno (IASM), istituito due anni or sono per iniziativa del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, col finanziamento della Cassa e, in via subordinata,. dell'ISV EIMER, dell'IRFIS e del CIS, mediante contributi annuali. Questo Istituto, pur avendo dovuto affrontare nei primi due anni di vita notevoli difficoltà di rodaggio, co·nseguenti sia al carattere sperimentale dell'azione intrapresa, sia ad una ben presto intervenuta « strozzatura » di organico, sia, infine, alla morte del suo primo presidente, l'ing. Molinari, può tuttavia vantare certe caratteristiche che gli garantiscono la possibilità di svolgere, previa adeguata ristrutturazione e un altrettanto adeguato potenziamento, un'azione sempre più utile. Anzitutto, quale istituto autonomo, e quindi distinto anche degli enti di credito straordinario che ne assicurano attualmente l'esistenza, l'IASM è in ,grado di svolgere la propria attività in condizioni di indipendenza e di obiettività, non essendo particolarmente interessato a nessuna specifica situazione locale, settoriale o aziendale. Inoltre, la sua struttura consente all'IASM di agire, a differenza degli enti pubblici, con sufficiente flessibilità e intraprendenza nel mondo degli affari, ove tali doti sono assolutamente necessarie, allo scopo di stabilire con esso rapporti di confidenza e di fiducia, possibili proprio in quanto l'Istituto non esplica funzioni di controllo. Senonché, do·po due anni, la fase sperimentale dell'assistenza può considerarsi compiuta e, sulla base delle esperienze acquisite, è il problema del potenziamento dell'Istituto che deve essere risolto. Il che postula in primo luogo un allargamento dei mezzi finanziari, cl1e permetta anche alle strutture organizzative di espandersi adeguatamente. L'assistenza tecnica, infatti, ha anch'essa una sua dime11sione minima, al di sotto della quale, se vuole essere una cosa seria, non può scendere; sarebbe quindi sbagliato voler insistere a circoscriverla solo a taluni aspetti di una realtà che, 47 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==