Industrie medie per lo sviluppo del Mezzogiorno averla vinta nella misura in cui saremo riusciti a creare una numerosa nuova classe dirigente, moderna, consapevole dei propri compiti e delle proprie responsabilità, sicura di sé e capace di una « più cosciente e meglio calcolata assunzione di rischi ». Bisogna, però, ammettere che, se è necessario mettersi subito per questa via, i risultati non saranno presto visibili, ma si faranno attendere parecchio nel tempo. D'altra parte, non possiamo non proporci di agire sulla situazione industriale del St1d in modo tale da ottenere risultati immediati ed efficaci. Si tratta, cioè, da una parte di gettare le basi di un'enorme opera di accumulazione di capacità tecniche ed imprenditoriali e dall'altra di cominciare a rimuovere talune strozzature che sono caratteristiche del processo di industrializzazione. Ed allora, quando appunto ci si proponga di indicare quali linee di intervento devono essere seguite a breve scadenza, non si può prescindere dalla considerazione che comunque esse do,vranno essere seguite nel contesto di una generale politica di piano: contesto totalmente nuovo, che apra possibilità finora precluse e che veda esaltare le possibilità di rendere più efficace, coerente e in pari tempo manovrata, la politica meridionalistica. In questo nuovo contesto si pone il problema del rilancio della Cassa; non più, però, soltanto in termini quantitativi, bensì anche in termini qualitativi: ossia è necessario che della Cassa siano specificati e rinnovati i compiti, sia al fine dell'aggiornamento dei suoi programmi che al fine di un proficuo inserimento di essi nella politica di piano. Pregiudizialmente, mediante una nuova legislazione è indispensabile che sia assicurato un sistematico coordinamento tra gli interventi della Cassa e gli interventi dei Ministeri. Ma questo coordinamento, finora del tutto insufficiente, può essere effettuato soltanto grazie agli organi che saranno predisposti per attuare la politica di piano e se nel predisporre tali organi si terrà conto di questa fo,ndamentale esigenza, la cui rilevanza è stata dimostrata da tutta l'esperienza della politica meridio·nalistica di questi tredici anni. Di qui, a parlare del tipo d'intervento fin qui svolto dalla Cassa, il passo è breve. È ormai risaputo come l'azione della Cassa sia stata il denominatore comune di tutti gli interventi infrastrutturali nel Sud. La Cassa, cioè, invece di attuare un intervento del tutto aggiuntivo rispetto a quello che è a carico dei bilanci di vari Ministeri, è stata cc;>stretta ad assolvere anche una funzione di supplenza, onde il suo intervento è diventato in parte di tipo « sostitutivo», con la conseguenza che al Sud si sono fatte meno opere pubbliche di quante se ne sarebbero potute fare se i bilanci dei Ministeri si fossero accollata la loro parte « ordinaria » di spesa. Ora è oppo,rtuno che, nel più breve tempo, la 43 Bibliotecaginobianco
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