Alfredo Testi tica di sviluppo meridionale. Abbiamo sentito solo ripetere con esasperante monotonia una serie di doglianze particolari, spesso miranti a ottenere vantaggi paragonabili a vere e proprie rendite, talvolta addirittura limitate ad una sola azienda. Vanamente, invece, abbiamo atteso che qualcu.no pronunciasse parole come: responsabilità, sacrificio·, intraprendenza. Sinceramente, se dovessi1no ritenere che soltanto a tali uomini andasse affidato il compito di portare a termine l'opera di industrializzazione del Sud, non potremmo no,n ricavarne elementi di estremo scoramento. Ci consola, però, il fatto che quelli che abbiamo visto prendere la parola al Convegno di Napoli erano i rappresentanti della vecchia classe dirigente meridionale, sulla quale un ventennio di regime prima e un quindicennio di pratica di sottogoverno poi non potevano non produrre i loro effetti. Sia chiaro, una volta per tutte, che il problema del Sud non si risolve con loro: ogni ulteriore sforzo in questa direzione è destinato a fallire. È necessario che, a partire dal prossimo futuro·, le più importanti responsabilità in questo processo siano affidate ad una nuova classe dirigente, da formarsi in parte attraverso una selezio,ne di merito tra le giovani genèrazioni meridionali, ed in parte attraverso la pratica dell' « innesto » di validi ed esperti elementi non meridionali ai vertici della società del Sud. In questa prospettiva si po-ngono gravi ed urgenti . problemi di formazione dei quadri, sia al livello dirigenziale che a quello intermedio. Già qualcosa si è fatto con il « Centro residenziale di formazione e di studi » della Cassa a Napoli (FORMEZ), il quale si propone di rivolgersi ai quadri dirigenti degli enti locali e delle piccole e medie aziende meridionali, allo scopo di diffondervi cognizioni e metodologie tecniche oggi indispensabili ai fini di una buona gestione economica ed amministrativa. Il FORMEZ è nato come un esperimento; ma, quando risulterà provata la riuscita di questo esperimento, sarà necessario che l'azione intrapresa in questo campo assuma rapidamente assai più ampie p~oporzioni e sia portata innanzi con estrema decisione. Qualcosa nel Sud sta facendo a11che lo ISIDA, che annualmente raccoglie a Palermo un certo numero di neo-laureati, per colmare le gravi lacune nelle discipline socio-organizzative con cui oggi si esce dalle Università italiane; mentre qualcosa di più simile all'opera del FORMEZ, in quanto rivolta al loro personale e pertanto ad elementi già inseriti nell'assetto produttivo, a livelli di qt1alche rilievo e responsabilità, stanno facendo, ad esempio, l'ENI e l'IRI, i quali direttamente provvedono alla selezione e alla fo,rmazione dei propri quadri dirigenti. Qui, a nostro avviso, si tocca il fondo del problema, La battaglia meridionalistica che si combatterà nei prossimi anni potremo dire di 42 Bibliotecaginobianco ,.
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