Ricerca scientifica e politica di piano Meno ottimista del prof. Amaldi, il quale ritiene che questa carenza sia sanabile in sede di regolamento, e afferma che il CNR può forse assolvere almeno la funzione di organo di consulenza del governo e di controllo rispetto all'amministrazione dei fondi destinati alla ricerca dai vari ministeri ed enti pubblici, è stato, il senatore Arnaudi, il quale ha dichiarato che la legge « verrà per lungo tempo applicata in modo puramente formale ». Secondo il sen. Arnaudi, è ingenuo pensare che i comitati possano davvero aprire un dialogo e costituire il « necessario rapporto dialettico » con i ministeri e gli enti. Per poter davvero riferire, valutare e progr·ammare, i comitati dovrebbero essere in grado non solo di esaminare a posteriori ciò che si è fatto, e suggerire « al buio» ciò che si dovrebbe fare, ma anche di controllare le attività stesse, facendo nascere il bilancio futuro da discussioni con gli interessati. Perché la legge diventi cosa viva i11 questo senso, a giudizio di Arnaudi, ci vuole la volontà politica, la quale può esser prodotta solo dallo « stimolo esterno dei settori della società eh.e hanno interesse e competenza ». Sull'importanza fondamentale della volontà politica, si è dichiarato d'accordo l'on.le Malfatti. Egli, però, la situa, questa volontà, nel Governo, o per lo meno nella maggioranza governativa e ritiene che si possa senz'altro creare, in sede di regolamento una segreteria qualificata, che elabori il materiale per il presidente. Se anche questo non fosse possibile, Malfatti ritiene che ci si possa mettere d'accordo di fatto. · I A questo punto si può dire che il CNR si configura come un organo al servizio del CIR; e qui11di, in definitiva, come un organo al servizio del governo. Cosa per certi versi modesta e limitata, perché il CNR non avrebbe così un potere proprio·. Ma, per altri versi, cosa di grande portata, poiché, se andrà avanti la pianificazio11e generale (e la pressione dei tempi probabilmente rit1scirà ad imporla, nonostante tutto); esso potrebbe diventare, e proprio perché il suo inserimento strutturale è di questo tipo, l'arbitro assoluto dell'assegnazione dei fondi, dell'impostazione e ·di gran parte dello s,,olgìmento di tutta la ricerca scientifica fondamentale orientata. Logicamente, per contro, la mancanza di una volontà governativa renderebbe inoperante e largamente formale il CNR. Ma sarebbe davvero meglio, per il suo, contributo al progress~ del paese, se fosse un ente autonomo dotato di responsabilità propria di fronte al Parlamento? Forse per un ente di questo tipo - che non va paragonato irriflessivamente alla « public corporation », la quale persegue direttamente un'attività volta alla produzione di beni e servizi - questa configurazio11e andrebbe bene in un paese in cui la 37 Bibliotecaginobianco·
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