\ Loretta Valtz Mannucci sociologia, la psicologia, l'antropolo·gia e tutte le altre discipline e sottodiscipline proliferate intorno ad esse 3 • Torniamo ora al CNR, ·che dovrebbe :organizzare e sviluppare la ricerca nei termini e nei limiti che abbiamo visto. Può farlo? Molti dei convenuti hanno detto di no: soprattutto hanno mostrato preoccupazione per il « vuoto » che c'è intorno al presidente. I comitati ·consultivi si riuniscono-, ma no11 sono stabilme11te in1pegnati nel lavoro del CNR. Non avendo alcun membro cl1e si dedichi full-tim-e al CNR, il loro apporto è condizionato dall'entusiasmo dei membri, i quali, esaurito l'esame delle richieste di fondi, potrebbero anche disinteressarsi di tutti. Tra questi comitati e il presidente, poi, non esiste un organo o un gruppo . qualificato scie11ti.ficamente che si dedichi ad agevolare stabilmente il suo lavoro di valutazione e progettazione. Ci sono funzionari amministrativi, che Polvani dice abilissimi persino nella valutazione dei costi dei singoli 1?rog.etti, ma che ovviamente non possono entrare nel merito· di questi ultimi. D'altronde, il presidente stesso non può essere esperto· di tutto. C'è poi il problema, già accennato, del reclutamento e della carriera di eventuali ricercatori direttamente legati al CNR. Qualcuno ha proposto anche la formazione di gruppi di lavoro del CNR, da accostare ai vari istituti universitari; altri hanno caldeggiato la creazione di nuovi istituti sul tipo di quello di fisica nucleare, che agisce da clearing house, e da rappresentante, per quattordici istituti u11iversitari di fisica; e occorrerebbe, forse, che tutti questi istituti passassero alle dipe11denze del CNR. La legge, ha detto tirando le somme il prof. An1aldi, direttore dell'Istituto di fisica nucleare, così com'è, « è carente per il compito operativo » del CNR. 3 T~uni hanno lamentato l'inclusione delle « scienze dell'uomo » nel CNR (Amaldi, Malfatti). Il prof. M1orro, dell'università di Milano, ha invece esp·resso vivissima preoccupazione per la prospettiva che possano in futuro venirne escluse, rivendicando particolarmente alla sociologia e alla psicologia un carattere scientificoquantitativo. Carattere che indubbiamente hanno, ma che, lungi dall'esaurirle, non costituisce nemmeno ciò che hanno di più valido. Insistendo su questa concorrenza sul piano proprio alle scienze fisiche, la sociologia, l'economia, la psicologia, non possono che arrivare all'impasse che oggi si può constatare negli Stati Uniti. Con ciò non si vuole assolutamente negare che in queste discipline « dell'uomo » esista invece un aspetto di applicazione o di controllo che potrà utilmente inserirsi nelle attività dell'industria (come già del resto avviene) o una parte volta a ricerche fondamentali del tipo di quelle che interessano al CNR. E qui errano, a nostro avviso, coloro che vorrebbero escluderle dal CNR per timore che intralcino le attività dell'ente, introducendo moduli mentali troppo estranei. Ci è parso nel giusto, invece, il prof. POLVANI, il quale ha detto che esse permettono un'inquadratura generale della situazione congiunturale del paese. Egli ha poi accennato alla necessità che non manchino «intuito» e « sensibilità» nella- stesura del rapporto del CNR, e anche per questa parte potremmo pensare ad ,u..n contributo di elasticità, prospettiva storica e distacco da parte delle discipline tradizionali. 36 Bibliotecaginobianco •
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