Sergio Ristuccia tiene ben conto dei particolari interessi dei paesi ad economia arretrata. Per esempio, la clausola della nazione _più f~vorita, fondamento del GATT, esigerebbe che i vantaggi commerciali che essi volessero concedere a qualche altro paese in cambio di aiuti o di sbocchi per i propri prodotti, fossero estesi a tutti gli altri paesi: cosa che i sotto- \ sviluppati non possono sempre permettersi. Ma ancor più, il GATT, pur avendo recentemente approvato un interessante « programma d'azione » a favore delle economie arretrate, è strutturalmente inidoneo ad occuparsi a fondo dei problemi più complessi dello sviluppo. Di conseguenza, da parte dei sottosviluppati si chiede l'ampliamento delle competenze del GATT, la riforma del meccanismo di negoziazione tariffaria, ma soprattutto una maggior voce in capitolo. Del resto, è necessario notare che il GATT è stato concepito sulla base delle visuali dei paesi industrializzati in un momento in cui gran parte dei sottosviluppati non avevano ancora l'indipendenza politica. La richiesta di una modifica del GATT si fonda dunque su un reale mutamento della situazione politica ed economica internazionale. In co,mplesso, è poi difficile evitare l'impressione che la posizione occidentale, e quella europea in particolare, sia meramente difensiva. Se si pensa che l'unica politica messa a punto in sede CEE è la politica di associazione delle ex colonie africane - politica che . può essere considerata soltanto come una temporanea necessità, ma che è assolutamente inadatta e pericolosa come paradigma dell'atteggiamento europeo verso il problema internazionale dello sviluppo 1 - si giustifica, a parte superficialità ed intemperanze, il ripetuto attacco che viene mosso contro la CEE da gran parte del « Terzo Mondo ». Né sembra che sia esente da gravi insufficienze quell'approccio « pragmatico » alla politica internazionale dello sviluppo che si sta ora tentando in sede europea. A tale criterio si ispirerebbe, per quel che se ne sa, il « piano » del Ministro belga del commercio con l'estero e dell'assistenza tecnica, Maurice Brasseur. Secondo questa proposta si tratterebbe di creare una stretta co·operazione fra i paesi industrializzati ed i paesi in fase di sviluppo direttamente finalizzata alla costituzione di industrie capaci di inserirsi subito nel commercio internazionale per poi svilupparsi più solidamente in vista dello sviluppo del mercato interno. Ai prodotti di queste industrie i paesi industrializzati potrebbero concedere, come sostegno iniziale, un trattamento preferenziale, temporaneo e degressivo; la preferenza dovrebbe cioè essere riassorbita non appena il 1 Su questo punto mi sia consentito rinviare all'articolo Unità Europea e politica verso il Terzo Mondo, pubblicato nei nn. 62 e 63/64 di « Questitalia ». 26 Bibliotecaginobianco
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