I problemi europei e la politica economica internazionale primari, dovrebbero costituire l'obiettivo verso cui ogni paese partecipante ai negoziati dovrebbe tendere, ravvicinando progressivamente ad esse i dazi attuali. All'uopo si è anche proposto di ridurre, al più presto, del 50% la differenza tra gli attuali dazi ed i suddetti tassi di obiettivo. Da parte americana si è replicato a tale proposta rilevando che la sua adozione avrebbe condotto in media ad un taglio del 10% nelle tariffe del Mercato Comune e del 12% in quelle americane; e questo non potrebbe considerarsi un risultato soddisfacente. Da parte europea si è poi insistito sulla necessità di dedurre in 11egoziato anche le misure paratariffarie (valutazione del valore delle merci in dogana, disposizioni fitosanitarie, ecc.) che spesso costituiscono ostacoli, gravi almeno quanto i dazi, all'entrata dei prodotti europei sul mercato americano. Al contrario, 111olte resistenze sono state manifestate riguardo all'ampiezza dei negoziati nel settore agricolo. Su questo punto la posizione degli U.S.A. si è però mostrata fermissima. Le esportazioni agricole americane nella Comunità economica europea hanno, infatti, rappresentato, fino ad oggi, quasi tutto il surplus della bilancia commerciale USA nei confronti dell'Europa, mentre ora esse sono messe in pericolo dalla progressiva realizzazione della politica agricola comune, volta so·prattutto al mantenimento dei prezzi agricoli europei, maggiori di quelli mondiali, e quindi tendenzialmente protezionista. La fermezza del governo americano nel difendere le esportazioni di prodotti agricoli è stata dimostrata, nel mese di luglio, dal piano di ritorsioni annunciate per controbilanciare la diminuzione delle vendite in Europa di pollame americano, in seguito al regolamento comunitario di questo settore agricolo. In realtà, sui problemi agricoli, il conflitto degli interessi si è sempre prese11tato molto aspro. Il governo francese ha addirittura intimato ai partners della CEE l'ultimatum a risolvere entro il 1963 i problemi aperti della politica agricola, a pena di mettere in crisi l'avvenire stesso della Comunità. Il nodo della questione è costituito soprattutto dalla definizione del prezzo di riferimento per il grano, prezzo sulla cui base saranno determinati i prelievi sulle importazioni dai paesi terzi. Se, per esempio, detto prezzo venisse fissato in prossimità dei prezzi più elevati prevalenti 11el MEC, cioè i livelli tedeschi, la cerealicultura francese potrebbe divenire estremamente redditizia, costituendo la riserva agricola di tutta la Comunità. . In siffatta situazione la Conferenza di Ginevra è riuscita a giungere alla redazione di alcuni principi di massima per i negoziati tariffari: non a torto questo è stato salutato come un risultato soddisfacente. S'intende che un accordo di massima lascia aperte le porte alle più laboriose ed incerte trattative per la definizione concreta di metodi 23 Bibliotecaginobianco
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