I problemi europei e la politica economica internazionale striali, ma il tipo di comportamento che essi tengono fra loro e verso gli altri in quanto· distinto e contrapposto e al comportamento di concorrenza e a quello di oligopolio, cioè a dire un tipo di comportamento nel quale hanno peso prevalente valori come la solidarietà di categoria, i rapporti di buon vicinato fra i membri della medesima classe, l'organizzarsi non a fini specifici di governo del mercato ma per una generica rappresentanza di corpo e di interessi, ecc. Accettando o dovendo accettare per ora una metodologia di ricerca di questo tipo approssimativo, sembra utile riprendere e verificare alcuni ragionamenti sui probabili effetti dell'integrazione economica europea che furo·no fatti al momento di avvio del processo integrativo. Per esempio, possono scegliersi certe stimolanti valutazioni di Tibor Scitovsky sui probabili effetti dell'integrazione sull'industria europea. (Economie Theory and Western European lntegration, London 1958; Trad. it. Milano, 1961). Le due ipotesi di partenza, dalle quali, prese le mosse l'autore citato, sono le seguenti: 1) la conco-rrenza in Europa è abitualmente molto diversa e molto meno decisa di quanto non sia d'uso in America (e di quanto non sarebbe da attendersi in base alla teoria tradizionale della concorrenza, aggiunge lo Scitovsky, ma ciò evidentemente è del tutto scontato); 2) finora gli industriali europei non hanno apprezzabilmente sfruttato le economie di scala che si realizzano, a lungo andare, con la produzione di massa di pochi modelli standardizzati di ciascun prodotto. Sono due ipotesi strettamente correlate che si spiegano a vicenda. Vale la pena di seguire l'illustrazione che ne dà lo Scitovsky. Come _giustificazione della seconda ipotesi egli ricorda innanzitutto che per alcuni paesi europei il mercato nazionale mai ha potuto offrire lo sbocco adeguato alla produzione di un sia pur unico stabilimento di dimensioni ottimali. Ma a questa prima ragione ben altre vanno aggiunte, a parere dello Scitovsky: « gran parte dell'industria europea fu. fondata, sotto forma di piccole imprese, in un'epoca in cui i vantaggi della produzione su vasta scala non erano ancora conosciuti ». Di qui gli interessi costituiti e la tradizione che impediscono il passaggio alla produzione su larga scala in un minor numero di stabilimenti. I piccoli produttori inefficienti riescono a sopravvivere, talvolta per la politica di protezione governativa (come avviene sopratutto in Francia), talvolta semplicemente perché le imprese familiari possono durare a lungo òltre il periodo di redditività. « Queste ditte vogliono restare sul mercato e sono gelose della loro indipendenza .. Inoltre, date le dimensio,ni più modeste delle industrie nazionali e dei mercati, tra i concorrenti europei i rapporti per15 Bibliotecaginobianco
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