Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Sergio Ristuccia • · l'ONU (che dovrebbe essere completata in diversi paesi del mondo entro il 1964), è stato varato da parte degli Stati membri della CEE un programma comune di rilevazioni statistiche sull'industria che attualmente è in corso di svolgimento. Per aver chiara l'insufficienza attuale dei dati, vale riferire che, secondo lo stesso autore, non 1nancano soltanto i dati « strutturali » (natura dell'attività delle imprese, loro dimensione, forma giuridica) comparabili, cioè rilevati con metodi analoghi nei singoli Stati membri, ma anche i flow dates (investimenti, consumi, cifre d'affari, produzione) o meglio i dati primari da cui trarre correttamente i flow dates in modo che si possa, in ogni mo1nento, conoscere qual'è la situazione industriale nella Comunità. Peraltro, considerando lo stato attuale delle singole statistiche nazionali dei paesi membri, si scoprono delle cose interessanti come, per esempio, che la Francia non ha ancora svolto in questo secolo un'inchiesta del genere di quella promossa ora dalla Comunità (mentre « le statistiche annuali sono ben lontane dal fornire indicazioni sufficienti, contrariamente all'idea piuttosto diffusa di una perfetta razionalizzazione delle statistiche francesi ») e che la R.F. tedesca svolge regolar1nente inchieste nel campo industriale, ed in particolare nel settore edilizio, ma limitatamente a questi elementi: cifre d'affari, salari, stipendi ed addetti. Sono delle insufficienze statistiche di cui forse non sarebbe privo d'interesse studiare le. cause. Stando così le cose, è evidentemente inceppata fin dall'inizio• una seria considerazione delle ripercussioni che la costituzione di un mercato euro-americano doganalmente unificato potrebbe avere sull'industria europea. Né sarà possibile u11 giudizio ben fondato .sulle trasformazioni conseguenti agli investimenti americani in Europa. Cosifatte considerazioni si trovano perciò ricondotte, da una parte, alle semplificazioni che la teoria è costretta ad operare nei confronti della realtà, soprattutto quando questa non sia stata preventivamente sondata in modo soddisfacente e, dall'altra, ad alcune ipotesi sulle possibili reazioni dell'industria europea che h~nno le proprie premesse logiche in alcuni dati generali da considerare « certi », in quanto suffragati da una certa unanimità di riconoscimenti, ed in altri dati ugualmente generali, ma « meno certi » in quanto colti soltanto dalla ricognizione di alcuni . osservatori di cose politiche, sociali ed economiche. Per essere più chiari, il giudizio·: « l'industria europea ha ancora ampio margine per raggiungere le din1ensioni adeguate al consumo di massa» può far parte dei dati « certi ». Può invece appartenere ai dati di secondo tipo il giudizio: « in alcuni paesi europei, come la Francia e più ancora l'Italia, la classe degli industriali tende al corporativismo », intendendo con questo termine non le prevalenti professioni ideologiche degli indu14 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==