I problemi europei e la politica economica internazionale tutta una serie di previsioni economiche fino al 1970, sulla base delle politiche economiche e finanziarie in vigore attualmente. Si tratterebbe, in altri termini, di prevedere lo sviluppo della domanda, dell'offerta, della capacità produttiva ecc., globalmente, procedendo poi per ogni settore a controlli di coerenza, e di compiere tutti i necessari studi • connessi. Sulla base delle previsioni degli esperti indipendenti, un « Comitato di politica economica a medio termine », ad alto livello, dovrebbe preparare il progetto di programma nel quale sarebbero esposte le grandi linee delle politiche economicl1e, tra loro coordinate, che gli Stati membri e le Istituzioni europee inte11dono seguire 11el periodo preso in considerazione. Sulla base dei lavori del detto Comitato, la Commissione, previa consultazione del Parlamento Europeo e del Comitato economico e sociale, proporrebbe al Consiglio ed agli Stati membri l'adozione del programma. Fin qui le proposte della Commissione. La parola definitiva spetta ora alla volontà dei governi dei Sei. In tema di programmazione europea, non è privo di interesse, infine, notare che i progetti per una prima pianificazione internazionale fra i paesi comunisti del COMECON prevedono, per quel che se ne sa, un periodo di esperimento (fino al 1970) eguale a quello proposto dalla Commissione della CEE, nonché degli organi anch'essi similari a quelli previsti in sede comunitaria. Sarà perciò ricco di suggestioni un confronto fra i due esperimenti, tenendo conto peraltro che certe difficoltà, a livello inter-statuali, sono comuni: il conflitto degli interessi nazionali, le resistenze della logica della « sovranità » ecc. III Per poter valutare quali influenze possa avere sull'industria europea un abbassamento molto ampio delle barriere doganali occorrerebbe innanzitutto disporre dei dati sulla sua attuale configurazione, almeno nelle linee essenziali. Oggi non è però possibile andare al di là di accertamenti insufficienti, da integrare, alla fin fine, con il colpo d'occhio del buon osservatore. Infatti, secondo quanto riferisce F. Grotius, direttore del servizio « statistiche dell'industria » dell'Istituto Statistico delle Comunità Europee, i dati che finora sono stati messi insieme sull'industria europea, attraverso l'armonizzazione ed il coordinamento delle fonti statistiche esistenti « non sono ancora sufficienti per le esigenze comunitarie» (cfr. « Informazioni Statistiche» dell'ISCE, 1962 - p. 393). Tant'è che, approfittando dell'inchiesta industriale raccomandata dal13 Bibliotecaginobianco
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