Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Lettere al Direttore una certa legittimità concettuale (si pensi al dibattito acceso dalla Vera Luz circa l'emigrazione) scoprono la corda di fronte all'imponenza del fenomeno migratorio, così come si va manifestando oggi sotto i nostri occhi. Certamente ciò che sta avvenendo nel nostro Paese, richiede anche, e in sede competente, un approfondimento teorico e concettuale. Ma richiede soprattutto, come presupposto di tale a_pprofondimento, di capire finalmente che il meglio ed il nuovo non nascono e 11011 si realizzano se intanto non si tiene vivo ed operante tittto ciò che finora è stato segno e testimonianza di impegno operativo e fecondo in tal senso. Per quanto concerne il Mezzogiorno, in definitiva, si tratta oggi di dare alla «Cassa» (in attesa che il dibattito sulla politica di piano trovi sbocclzi concreti ed operativi, e senza pregiudizio degli aspetti legittimi di un tale dibattito) la certezza di una ragionevole ulteriore permanenza operativa, con il sussidio di una connessa dotazione finanziaria. In sostanza, è necessario concretare con urgenza il mantenimento della « Cassa » oltre il 1965 e varare i necessari, connessi ulteriori finanziamenti. La legittimità sostanziale di una tale richiesta, non può essere oggi contestata se non da chi abbia interesse al peggio anziché al meglio. Ma la legittimità anche teorica di una tale richiesta sta nel riconoscere, onestamente, da parte anche di teorici e di politici impegnati nel filone più valido del meridionalismo nazionale, la seguente verità: che la esigenza della stessa politica di piano nazionale - non a caso maturata sulla base delle esperienze e delle realizzazioni della politica meridionalistica svolta tramite la Cassa per il Mezzogiorno - va considerata, fuori da ogni razionalistica costruzione ex-novo, come organica orchestrazione,., in primis, degli strumenti esistenti, sia pure da precisare e rivedere in rapporto ad una migliore distribuzione di compiti vecchi e nuovi. Ed è una verità che, già avvertita dal Governo Leone, mi auguro sia tenuta presente, in tutta la sua rilevanza, dal nuovo Governo. FRANCESCO COSCIA Ci sembra che uno dei problemi sollevati dall'amico Coscia in questa lettera, e che altri sollevarono lo scorso anno (se, cioè,· la politica di piano rende oramai inutile uno strumento co1ne la Cassa, o se lo rende più che mai nec~ssario), sia oramai risolto: sulla necessità di prorogare la durata della Cassa, e sulla rilevanza dei compiti che alla Cassa possono essere affidati nel quadro della politica di piano, concordano i quattro p·artiti della nuova maggioranza e tutti gli studiosi ed esperti pii.1 autorevoli, da Saraceno a Rossi Doria. Oggi sono· soltanto i comunisti che, a corto di munizioni, ripropongono di tanto in tanto, e stancamente, l'argomento che l'anno ·scorso fu avanzato pure da ambienti democristiani vicini all'on. Colombo. Così abbiamo ritrovato recentemente su «Rinascita» considerazioni che avevamo letto alla fine del '62 su « Realtà del Mezzogiorno»: che non c'è più bisogno di interventi straordinari nel Mezzogiorno se è vero che si vuole e si deve impostare e portare avanti una politica nazionale di piano per 127 Bib,iotecaginobianco

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