Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Vanda Altarelli programmatiche ed obbiettivi del piano intercomunale di Milano (17 feb-- braio 1963) si ispirino al modello della città-regione, ad ·una struttura, cioè, policentrica. Il documento, tra l'altro, dice che il piano dovrà « fissare quantitativamente destinazioni ed uso del suolo, le infrastrutture e attrezzature insorgenti da una visione globale e supercomunale ». E aggiunge eh~ pertanto « occorrerà risolvere i problemi di 'frangia' tra comune e comune; stabilire l'ubicazione di nuovi insediamenti e dei grandi comprensori di verde pubblico; valorizzare gli ambienti storici; distribuirie le scuole superiori e professionali; gli istituti culturali, gli ospedali ed altre attrezzature sanitarie, sportive e per il tempo libero, terziarie e di servizio; creare un sistema viario che serva ad alimentare, nel modo pii1 efficiente, ogni parte del territorio e che sia dotato di tutti i servizi necessari (autostazioni, grandi parcheggi, ecc.)». Per concludere si può dire che l'affermazione del George (Geografia della città, ESI, 1963), che « il problema fondamentale di geografia urbana è un problema di geografia della circoJazione », soprattutto a Milano è verificata in pieno. Anche nel volume, infatti, si nota che, oltre al problema delle connessioni tra metropoli e hinterland, e senza dubbio più .grave di esso, c'è queilo della congestione all'interno della città, congestione aggravata dall'esasperatç> monocentrismo che domina l'intera struttura urbana. L'af• fluenza giornaliera di un'enorn1-e massa di lavoratori (il 26% della popolazione attiva milanese vive nell'hinterland) crea disagi enormi; la situazione pertanto si avvia a diventare insostenibile con grave pregiudizio per lo sviluppo della città anche nel senso di collegamento tra città e territorio esterno. Si devono raccordare le linee urb~ne con quelle extraurbane e tener conto di quelle possibilità di alleggerimento del traffico privato che derivano da una migliore utilizzazione dei trasporti pubblici. È necessaria, perciò, una politica razionale di pubblico intervento nel settore delle comunicazioni: tra Milano e l'hinterland si deve stabilire un sistema di comunicazioni rapido ed accessibile per evitare che la vita per la maggioranza si esaurisca, come avviene oggi, in « un trenino lo-cale tra la cuccetta per il sonno in un deserto suburbano ed il posto di lavoro in fabbrica e l'ufficio» (Gutkind: L'ambiente irJ, espansion,e. Con1unità). La recente proposta di eliminare i tram dal centro cittadino non ci sembra, quindi, che abbia considerato co·n la necessaria accuratezza fino a che punto in questo modo si verrebbe ad eliminare completamente l'attraversamento della città• da un capo all'altro; e invece ci si è dimenticati che circa il 30% degli attuali utenti usufruisce di questa specie di « transiti». Prima di eliminare i tram dal centro, si cerchi, quindi, di convo·gliare queste correnti di traffico in altra sede (per esempio: una metropolitana molto meglio· articolata e più ampia· di quella ora in progetto o addirittura una sopraelevata sospesa) e poi si proceda pure alla eli1ninazione, cl1e, dopotutto, presenta molti lati positivi: « i problemi, infatti, sarebbe utile prevederli,., invece di attendere di risolverli quando sono diventati opprimenti, soffocanti, quasi insolubili». VANDA ALTARELLI 124 Bibliotecaginobianco •

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