Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Ester Piancastelli movimento economico e individuare le forze che hanno prodotto determinati sviluppi, è necessario che il modello sia costruito in modo da esprimere un meccanismo coerente e soddisfacente dal punto di vista logico. I modelli del primo tipo potranno anche fornire utili prestazioni nel campo della previsione a breve termine, ma solo quelli del secondo tipo permettono di penetrare realmente nel meccanismo economico, di interpretarne i movimenti e di influire sui suoi sviluppi. Per quel che abbiamo detto, è chiaro che il modello di Eckley si accosta più alla prima categoria che alla seconda: basti pensare che gran parte degli investimenti e tutte le equazioni della produzione sono spiegate con elementi di trend. D'altro canto, l'aderenza del modello ai dati storici è soddisfacente; in quattro dei sette anni cui il modello viene applicato, il valore calcolato del reddito nazionale lordo si accosta al valore storico con un'approssin1azione superiore all'l %. Le pre~ stazioni del modello come strumento di previsione sembrano assai più modeste: l'unica prova effettuata per l'anno 1961 porta ad uno scarto di oltre il 6% fra valore effettivo e valore calcolato del reddito nazionale lordo, il che comporta un errore di mist1ra intollerabile nel calcolo del tasso di accrescimento del reddito. ·Il valore del modello come strumento interpretativo risulta ancora più limitato. Uno degli aspetti più rilevanti del cosidetto miracolo· italiano è l'aumento della produttività del lavoro, aì quale vanno attribuiti quasi i 4/5 dell'aumento del reddito nazionale; ma questo aspetto, giu-stamente posto in rilievo dall'Ackley, viene desunto direttamente dalle serie del reddito e dell'occupazione e non scaturisce dal meccanismo del modello. La stessa tesi prin.cipale, e cioè che le forze propulsive. dello sviluppo economico italiano siano state quelle della domanda, ri1nane allo stato di semplice ipotesi; l'autore si limita ad osservare che lo sviluppo italiano è avvenuto senza inflazione il che significa che gli investirr1enti sono stati tali da garantire l'adeguamento della capacità produttiva alla domanda effettiva; considerazione in verità non molto illuminante intorno ai fattori di sviluppo dell'economia italiana. Uno spunto più interessante è content1to nell'osservazione che gran parte degli investimenti appaiono dominati da una componente di trend non spiegata; il che può dipendere dal fatto che in molti settori l'attività di investimento è stata guidata in 1nisura determinante dall'intervento pubblico. Questo in definitiva è forse il risultato più interessante dell'intero studio, in quanto esso mostra che le componenti autonome della domanda globale, provenienti essenzialmente dal settore pubblico, hanno assunto un ruolo essenziale nel determinare sia il ritmo sia la continuità dello sviluppo. Se non fosse stato per gli elementi autonomi di spesa, la domanda globale si sarebbe sviluppata ad un ritmo assai inferiore, e l'economia del nostro paese si sarebbe trovata esposta a fluttuazioni assai più marcate di quelle che si siano registrate in realtà. È t1n vero peccato che l'Ackley lasci cadere senza approfondirlo ulteriormente questo spunto che è certamente il pii1 interessante dell'intera ricerca, e che, se fosse stato svolto compiutamente, 118 Bibliotecaginobianco

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