Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

L'artigianato nel qitadro dell'industrializzazione Anche il problema della localizzazione dei singoli impianti industriali è stato esaminato e risolto alla luce di criteri nuovi: si sono salvaguardati gli interessi di quelle zone, ad esempio, che potranno essere valorizzate turisticamente; e no·n si sono previsti impianti e stabilimenti in quei campi agricoli che già assicurano ottimi redditi con le colture ortofrutticole e con il conseguente commercio estero dei prodotti. Insomma, industrializzazione sì, ma coordinando e contemperando le esigenze di diversa natura con il fine ultimo di favo,rire il deciso « decollo» dell'economia e il benessere sociale della comunità. Il traffico· mercantile del porto di 1,aranto, prima dell'inizio dell'alle"' stimento del centro siderurgico, era di duecento mila tonnellate annue di merci imbarcate e sbarcate. Lo studio della Tekne prevede, già nel 1965, un traffico, in arrivo e in partenza, che potrà raggiungere 15 milioni di tonnellate annue. Ecco quindi il programma di rammodernamento, e potenziamento di tutte le strutture e attrezzature portuali che comporta una spesa complessiva di sedici miliardi, di cui nove da ero·gerare, a parere dei tecnici tarantini, con carattere di immediatezza. Il porto di Taranto diverrà così, per volume di traffico in arrivo- e in partenza, il secondo d'Italia dopo quello di Genova. Ancora un fugace sguardo alla struttura dell'industria tarantina e alle condizioni di reddito della popolazione ci dimostrerà come veramente la provincia jonica è in movimento. Al censimento, del 1951 v'erano 10.928 unità locali, con 28.610 addetti. Al censimento dell'ottobre 1961 le prime erano passate a 12.628 e i secondi a 44.875. L'intera provincia ha prodotto un reddito nel 1956 di 54 miliardi di lire che è balzato a oltre 101 1niliardi nel 1961. Il reddito· pro,dotto per abitante è stato di 118.568 nel 1956 ed è passato a lire 218.465 nel 1961. Negli ultimi tempi è divenuta più dinamica anche la richiesta di credito per nuove iniziative produttive a Taranto. Basti pensare che, dal 1954 al 30 novembre del 1962, i finanziamenti deliberati dall'Isveimer so,no stati 44, per un importo complessivo di sette miliardi e quattrocento milioni di lire. Nei sette mesi che vanno dal dicembre del 1962 al 30 giugno del 1963 si sono registrati altri quattro finanziamenti per un importo di cinque miliardi e trecento,no·vantasette milio.ni di lire. . L'artigianato in Puglia è presente nelle provincie di Bari, Lecce e Taranto; è quasi inesistente in quelle di Foggia e Brindisi. In provincia di Lecce il settore artigianale costituisce una permanente e non secondaria fo·nte di reddito per migliaia di cittadini. Al 31 dicembre del 1962 si contavano 1683 aziende artigiane con 7.200 99 Bib_liotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==