Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

/ Sergio Ristuccia e dalla CEE rappresenti 1'80% degli scambi mondiali. Senza tener conto del commercio con l'estero della Gran Bretagna solo per pochissimi prodotti sarebbe stata raggiunta tale condizione. La posizione inglese di fronte al mercato comune europeo è certo da considerare fondata su valutazioni politiche, ma è pur vero che l'europeismo· del Governo· britannico è sempre stato sostanzialmente moderato e frequentemente sopraffatto da considerazioni di mera. convenienza economica (fin dove queste sono possibili, sostenendosi da molti autori, certo non smentiti dalla recente ripresa inglese al di fuori dell'integrazione nel MEC, che i principali argomenti pro-adesione fossero solo quelli, di tipo eminentemente psicologico, riassumibili nella formula dell' « effetto d'urto » del processo integrativo). Ne segue che non poteva mancare l'appoggio inglese al diseg110 americano, non solo per ragioni politiche, ma anche perché sul piano strettamente economico la situazione della Gran Bretagna presenta qualche analogia (sulla quale peraltro sarebbe semplicistico insistere troppo) con quella americana. Il che è rilevabile soprattutto nelle continue tensioni cui è sottoposta la bilancia dei pagamenti inglese e nei problemi di difesa della sterlina, che è la seconda moneta forte del sistema monetario mo-ndiale dopo il dollaro. Di qui, ancora, la comune aspirazione verso un forte incremento della esportazione nell'area continentale europea . .Se dunque le ragioni del generale De Gaulle per rompere drammaticamente le trattative fra la CEE ·e la Gran Bretagna sono eminentemente politiche, e quindi nient'affatto convincenti le motivazioni meramente economiche della rottura (certi interessi in conflitto avrebbero potuto trovare - a parere di tutte le altre delegazioni - soddisfacenti regolamentazioni tecniche) è pur vero che solo con l'approvazione del T.E.A. l'adesione della Gran Bretagna alla CEE è venuta ad assumere un significato diverso inquadrandosi nel più vasto quadro del disegno commerciale americano. La discussione diplomatica all'interno della CEE forse non è sta~a franca su questo punto. Dall'altro lato, la Francia opponendosi all'adesione della Gran Bretagna come introduzione alla Comunità atlantica per le note ragioni politiche non poteva non con-- durre il discorso in termini di nazionalismo europeo. Nazionalismo europeo che sul piano economico significa neo-mercantilismo. - La conclusione è che l'esame da parte europea delle convenienze e delle condizioni per un nuovo ampliamento dei mercati a livello mondiale è rimasto poco approfondito e immerso negli equivoci. La proposta americana - ci si è chiesto - è dunque da considerare inaccettabile o quanto· meno immatura? Gli ameij.cani, proponendo il campo doganale come banco di prova di una grande proposta politica 8 Bibliotecaginobianco

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