Giorriale a piu voci nelle provincie meridionali nel '62 per rimanere perplessi: agli indici vertiginosi della Puglia (25,5% in provincia di Foggia) fanno da contrappeso quelli della Calabria (0,9% a Catanzaro) e della Basilicata. E lo stesso può dirsi dei consumi. In questa situazio,ne, non è azzardato affermare, come ha fatto il Mi11istro Pastore a Bari, che « la questione meridionale è definitivamente superabile entro un ulteriore, ragionevole periodo, che non dovrebbe superare il quindicennio»; ma una tale affermazione va circondata di cautele; e comunque si deve aggiungere che è necessario un grosso sforzo. E così, è vero che si sta avviando a conclusione il tempo dedicato ai grandi investin1enti pubblici (specie nel settore infrastrutturale) che hanno contrassegnato il primo decennio della politica della Cassa; ma è anche vero che in complesso le regioni meridionali « povere » sono tali anche per la carenza di infrastrutture di cui ancora soffrono. Si rifletta allo stato attuale del settore delle grandi co·municazioni, a quello delle strutture urbane, al co,mplesso delle attrezzature e dei servizi civili (per non parlare di quelle carenze di importanza decisiva per uno sviluppo economico che dividiamo· in buo,na parte fraternamente con il Nord: vedi poste e telecomunicazioni). Ed è a livello comunale che ci si rende conto di tutto ciò e anche, naturalmente delle difficoltà, delle lungaggini e Jei ritarài che subiscono i programmi nella fase della loro realizzazione; difficoltà, lungaggini e ritardi che hanno ripercussioni ancora più gravi oggi, dal momento che la revisione dei prezzi nel settore edile farà risultare insufficienti le somme cl1e alcuni anni or sono erano state stanziate per opere da eseguirsi oggi o, domani (occorreranno allora altre somme, altre approvazioni, altri controlli e così via all'infinito). Iniziativa locale e formazione dei piani in collaborazione fra organi di programmazione e di intervento e organi locali; coordinamento da parte degli organi di programmazione dei vari piani locali in un piano globale di investimeriti: queste le linee che dovrebbero g11idare la politica di intervento nel Mezzogiorno nei prossimi anni. E inoltre: diffusione dello sviluppo nel territorio, con una pianificazione che si estenda, per comprensori, fino ad integrarsi nel quadro regionale. Saranno gli studi, le indagini e i piani a dire dove, come e in quali proporzioni siano opportune e possibili le iniziative, industriali e non. Come sempre, la Fiera del Levante, su queste grandi linee della politica meridionalistica di domani, anticipa con le sue iniziative le dichiarazioni e le raccomandazioni ufficiali. La Fiera ha cercato di essere il centro motore delle iniziative nelle aree che costituiscono il suo naturale hinterland. Iniziative -più che giustificate dalla preoccupazione che, una volta venutosi a determinare e ad aggravare sempre di più uno squilibrio nel Mezzogiorno fra zone avviate a diventare sviluppate e zone rimaste immobili, si venga alla fine a creare una cintura povera intorno al polo di sviluppo pugliese che potrebbe costituire alla fine un invalicabile confine alle po,ssibilità di .... mercato . .,.. 73 Bibli(?tecaginobianco
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