Vincen,zo Guizzi delle università tradizionali? Questo è un_o di .quegli. equivoci, cui abbiamo spesso accennato nel corso dell'esposizione, èhe apparentemente potrebbe essere più giustificato. In realtà, l'Università Europea non rappresenterà una « concorrente sleale» nei confronti delle altre università, non solo perché nel mondo della cultura, che sia veramente tale, non v'è posto per co,ncorrenza sleale, sibbene per una sana e necessaria emulazione, ma anche e soprattutto perché essa costituirà, pro·prio se intesa co·me sopra si è detto, un complesso originale che dovrà servire di modello per quella europeizzazione dell'insegnamento di cui tanto si parla. Essa comporterà la soluzione di molti problemi pratici, quali la questione delle lingue, quella degli scambi universitari e dell'equivalenza dei diplomi. Essa, inoltre, s.e riceverà una struttura comunitaria, potrà rappre• sentare l'affermazione sul piano culturale di quel mo·vimento verso l'unità europea, che alcuni, seguendo una visio1 ne antistorica, vorrebbero limitato a settori particolari, laddove questo investe tutti gli aspetti della vita, in quanto movimento politico, che, come tale, tutto comprende. A questo punto non resta che sperare in una corretta impostazione del tema da parte del Governo italiano, cui è stato affidato un compito sì delicato. Il rece11te « Colloquio » di Firenze, pro,mosso dal prof. Archi, Rettore dell'Università di questa città, e mo,lto favorevohnente accolto dalle autorità governative italiane, ha messo in luce elementi interessanti, anche se non si possono sempre definire nuovi. Esso, in ogni caso, ha segnato un netto passo in avanti rispetto a precedenti iniziative del genere (ed in particolare rispetto a quella di Bruxelles del marzo 1962, che p·ure ha registrato interventi molto impegnativi) perché si è attenuto prevalentemente a temi concreti di struttura organizzativa, fissando alcuni chiari principi direttivi e formulando, per il tramite del suo promotore, prof._.-AFcl1i, un invito al Governo italiano di riprendere con vigore la questione per portarla a soluzione. I più concreti atteggiamenti (tra cui anche l'intervento del ministro Gui nel « Colloquio» citato) lasciano prevedere una prossima soluzione del problema. Resta da vedere se essa sarà completa e nella direzione giusta *. VINCENZO GUIZZI * Quando sono state scritte queste pagine non era ancora intervenuta la decisione del Consiglio dei Ministri italiano, in data 11 settembre 1963, secondo la quale veniva approvato un disegno di legge sulla fondazione dell'Università Europea a Firenze in applicazione della Dichiarazione di Bonn del 18 luglio 1961. Non riteniamo che le osservazioni fatte perdano di attualità. Il problema dell'Università Europea, come è prevista dal trattato Eurato1n, resta, pur sempre, aperto. Ciononostante, è doveroso dare atto al Governo italiano della decisione presa e della buona volontà finalmente dimostrata. Se il progetto sarà portato a termine, si potrà vedere a quale concezione si ispireranno le Autorità italiane. In conseguenza, gli altri cinque paesi saranno posti di fronte alle loro responsabilità e risulterà, quindi, chiaro da che parte provengono le resistenze ad una Università veramente europea. 66 Bibliotecaginobianco
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