Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Vincenzo Guizzi Dei tre punti fondamentali del programtp.a presentato dal Comitato interinale: (a) Università Europea, b) riconoscimento a certi organismi della qualifica di Istituto europeo d'insegnamento superiore e di ricerca, c) scambi universitari hanno incontrato l'accordo dei sei Governi esa~tamente i due che non avevano una base giuridica nei Trattati, mentre quello riguardante l'Università Europea ha inco,ntrato i n1aggiori ostacoli e finisce con l'uscir fuo·ri dal quadro comunitario. Tale osservazione potrebbe servire da risposta a coloro che intendono celare il difetto di una vera volontà europeistica dietro interpretazioni bizantine, o ispirate ad un malsano positivismo giuridico: così, ad esempio, coloro che sostengo,no la impossibilità di servirsi dell'articolo 9 del Trattato dell'Euratom, perché in esso viene n1enzio,nato solo un Istituto di livello universitario, il quale, per essere previsto da quel Trattato, si esaurirebbe in un Istituto di specializzazione in fisica. Conforta la nostra tesi l'affermazio11e che il Signor Hirsch ha fatto nel marzo '62 a Bruxelles: « È un po' fortuita1nente che io fui portato ad occuparmi dell'Università Europea in quanto Presidente della Commissione dell'Euratom: in occasione dei negoziati per i 1·rattati di Roma, la delegazione tedesca cercò insistentemente di includere l'Università Europea nell'insieme delle decisioni. E, nella confus_ione che accompagna sempre la messa a punto dei testi, accadde che essa riuscì a fare inserire nel Trattato istituente l'Euratom un paragrafo che è stato il germe della creazio,ne - che attualmente esiste solo sulla carta - dell'{Jniversità Europea». Un'interpretazione, sin dall'inizio molto lata dell'art. 9, citato, è stata sempre data dalla Commissione per la ricerca e la cultura (la cui denominazione, fino al febbraio '61, era Commissione per la ricerca scientifica e tecnica) del Parlan1ento Europeo. La Corr1missione competente del Parlamento Europeo, dopo aver sostenuto inizialmente la necessità di una università finanziata e controllata dalla Comunità, non ha mai smesso di seguire la « questione » dell'Università Europea, intervenendo in tutte le occasioni per far trionfare il principio di «ortodossia» comunitaria. Essa ha elaborato numerose relazioni (cfr. le Relazioni interinali sul problema dell'Università Europea, elaborate dall'on. Geiger, doc. nn. 15/1959; 40/1960; 72/1960; 39/1961; 104/1961), esercitando azione di pungolo nei confro 1 nti degli Esecutivi e dei Consigli europei. Il Parlamento Europeo, accettando l'impo,stazione della sua Commissione, ha approvato diverse risoluzioni, che sfortunatamente non hanno avuto grande seguito. Se inizialmente la Commissione culturale del Parlamento Europeo si è occupata in modo quasi esclusivo dell'Università Europea, nel giugno del ·1963 essa ha presentato, invece, una relazione su tutto il settore culturale, nella quale auspica una stretta cooperazione tra i Sei paesi in questo campo (cfr. la Relazione elaborata dall'o,n. De Block, doc. n. 32/1963), dimostrando la sua sensibilità per un'ampia visione dei problemi culturali europei. Ma an~he a proposito dell'attività svolta dal Parlamento Europeo in favore dell'Università Europea si deve fare qualche riflessione, che servirà 64 Bibliotecaginobianco

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