Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Vincenzo Guizzi È doveroso osservare che fin dall'inizio il ·Parlamento Europeo, soprattutto attraverso la sua Commissione competente per la ricerca e la cultura, ha seguito con tenacia gli sviluppi del tema « Università Europea», apportando un contributo non indifferente all'esame di tutte le questioni ad ~ssa inerenti, n1ediante l'elaborazione di molteplici relazioni. Questa, comunque, per sommi capi, la storia dell'Università Europea dal 1958 ad oggi. Ma noi ab·biamo detto prima che è una storia fatta di equivoci e di false interpretazioni; onde dobbiamo spiegare adesso cosa intendevamo con questa nostra affermazione. Coloro che per primi hanno lanciato l'idea dell'Università Europea vi hanno attribuito subito up. contenuto politico. Non si è pensato di dare una forma precisa a tale idea, lasciando, e forse giustamente, all'interprete la possibilità di applicare la norma secondo lo spirito di tutta la costruzione comunitaria. Come per i primi ideatori dell'Università Europea, così per coloro che in seguito hanno soste11uto la necessità della sua fondazione, essa ha significato un polo d'attrazione, un « crogiuolo », per una nuova formazione europea. Solo che l'aver avuto delle titubanze, l'aver lasciato trascorrere tanto tempo, facendo così cristallizzare la situazione, ha dato adito alle opposizioni degli ambienti accademici e di coloro che sono contrari ad ogni vero progetto comunitario. Per uscire dalle affermazioni generiche diremo senz'altro .che l'errore è stato commesso all'origine, allorché il Comitato interinale ha lasciato aperto il problema giuridico del quadro istituzionale nel quale fare rientrare l'istituenda università. Questo errore ha fomi~o poi una premessa per giustificare l'atteggiamento francese, contrario alla creazione di un'università su base comunitaria. L'irrigidimento francese ha portato infine alla decisione di Bonn, che rappresenta un tentativo per la soluzione del pro·blema, dando, peraltro, pienamente ragione alla tesi francese: niente più università comu- - nitaria, ma Università italiana con partecipazione (le cui modalità è il Governo italiano a stabilire) degli altri cinque Paesi. A questo punto ci si permetta un'osservazione di carattere generale, che, pur trovando piena giustificazione con riguardo alrUniversità Europea, abbraccia un campo molto più vasto. Ormai da qualche anno, nella po1 litica europea, o più esattamente europeistica, si sono create due posizioni contrapposte che lottano tra loro, di volta in volta apertamente o indirettamente. Da un lato v'è la visione gollista dell'Europa che pervade tutta la Comunità dei Sei, e che si oppone ad ogni progetto che abbia un qualunque aspetto comunitario e tenda ad ampliare le competenze delle istit~ioni comuni. Dall'altro si pongono tutti coloro che avversano De Gaulle, siano essi di destra o di sinistra. È inutile dire che di qui nasce una grande confusione e che, per partito preso, si rigettano tutte le proposte di provenienza francese, anche se dovesse capitare - ma si deve ammettere che ciò, per usare l'espressione manzoniana, è più impossibile che raro - che esse presentino aspetti positivi; inoltre, si determina tm insano avvicinamento di forze politiche che pure dovrebbero tenersi ben distinte le une dalle altre. 62 Bibliotecaginobianco

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