Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Raffaello Francl1ini l'essere antifascisti procurava sqlo persecuzioni, ingiurie e calunnie, sarebbe stato davvero insensato discriminare tra antifascisti della prima e della seconda ora». Ma naturalmente il vo1 lume non è tutto nella pur necessaria polemica, spesso imposta dalle cose più che cercata; spiccano, a parte l'interesse di certe fini osservazioni di Montale che meriterebbero ~n discorso specifico, tra i punti di maggiore rilievo le riserve di Valiani a proposito del giudizio crociano intorno ai rapporti tra liberalismo e democrazia nell'età contemporanea, e la ferma difesa fatta da de Caprariis della distinzione crociana di liberalismo e liberismo. Croce, osserva Valiani, non tenne sufficientemente conto di quanto le moderne ideologie e pratiche democratiche (e l'accenno riguarda chiaramente la socialdemocrazia e il laburismo) si siano discostate, internamente dissolvendolo, dal giacobinismo: il che spiega ma non giustifica la sua opposizione intransigente al partito d'azione, cui pure, da Omodeo a De Ruggiero a Russo a Flora, avevano aderito i suoi migliori amici e discepoli. In linea di principio Valiani ha ragione, ma nel fatto gli atteggiamenti di quel partito, cl1'egli stesso riconosce più adatto alla lotta clandestina che non alle co,mpetizioni democratiche, non sembra abbiano 1 tolto validità alle riserve del Croce, formulate nettamente fin dal maggio 1943 (cfr. i citati Scritti e discorsi, vol. I, pp. 92-95). Qua11to alla distinzione di liberalismo e liberismo, su cui giustamente insiste De Caprariis, essa è certo fondamentale per intendere il contributo nuovo portato da Croce all'elaborazione dei temi tradizionali dello Stato di diritto e della dialettica dei partiti nella società moderna, anche se, ovviamente, non dev'essere esasperata fino al punto di far dire al Croce cose che- egli non si sarebbe mai sognato di dire o di rendere giustificabili talune ben note posizioni frontiste di ex crociani. Il liberaiismo, infatti, non deve indietreggiare di fronte a nessun provvedimento di carattere economico cl1e si possa rendere necessario ai fini della libertà (ivi comprese le nazionalizzazioni e gli espropri); così come esso non può e non deve lasciarsi trascinare lungo la china del vacuo giacobinismo a scambiare gli strumenti della libertà con la libertà. Oggi corriamo una volta ancora questo rischio ed è bene che i moniti crociani, p•iù attuali che mai, siano fatti rivivere da uomini a cui non può essere lanciata la comoda accusa di conservato,rismo e di avversio-ne al progresso sociale o, peggio, di « moderatismo », che i frontisti perenni sono sempre pronti a minacciosamente sfoderare, a ragione convinti di mettere così in soggezione molti loro avversari. RAFFAELLO FRANCHINI In margine alla polemica nucleare La polemica st1lla ricerca nucleare e sul CNF,N, o « caso Ippolito» che dir si voglia, è sorta e si è svolta, in genere, in modo alquanto pretestuoso, 56 Bibliotecaginobianco

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