Federico Pica zionale, una volta che viene meno quello stretto col~egamento tra entrate dell'Ente e capacità contributiva della collettività che esso amministra, che appunto imponeva si corresse tale alea? Accogliendo il richiamo alle altre legìslazioni cl1e il prof. Arena giustamente avanza 41 , sarebbe forse non inutile il verificare fino a qual punto il riferimento a sistemi di finanza locale come quelli canadese ed inglese, ed anche degli Stati Uniti d'America, non offra valide alternative alle partecipazioni, nel senso che sembra auspicabile: ci riferiamo, naturalmente, senza tuttavia nasconderci gli ostacoli che indubbiamente sorgerebbero sul piano costituzionale, ad un adeguato sistema di sussidi globali, studiato sulla base di formule cl1e riducano al minimo il rischio di una ripartizione di mezzi finanziari tra gli Enti che risulti irrazionale e non equa. Ove no·n volesse arrivarsi a tanto, potrebbe essere applicata al sistema delle partecipazioni, concepite come nel progetto di legge, una formula di ripartizione che, come auspica il Parravicini nel brano citato a p. 7 (nota 19), sia « determinata sulla base di criteri obiettivi ..., come la popolazione ed altri indici » e tenda ad una effettiva « redistribuzione dei redditi dalle collettività ricche a quelle povere ». Sarebbe interessante, infine, poter rispondere a quest'altra domanda: entro quali limiti quantitativi è possibile far co,nto, per un .sistema di finanza regionale armonico ed il più possibile vicino agli ideali di funzionalità ed elasticità, su imposte autonorne affidate agli Enti locali, perché le regole del coordiname11to tra finanza centrale e finanza locale e della corrispondenza tra entrate di ciascun Ente ed esigenze cu..i questo deve far fronte non siano contraddette? Evidentemente, il ricorso ad imposte autonome permetterebbe a ciascun Ente di perseguire, sulla base di una sua valutazione dei bisogni e dei mezzi, quelle politiche in materia di entrata ed anche in materia di spesa che ritenga necessarie od utili: entro ragionevoli limiti, sarebbe possibile permettere a ciascun Ente di a.deguare le. sue entrate alle esigenze di bilancio. Una valutazione precisa dei rischi e dei vantaggi di una soluzione di tal genere potrebbe consigliare di ricercare sul piano quantitativo la soluzione del problema: quanto dei mezzi finanziari necessari alle Regioni è possibile far attingere ad esse medesime (questa espressione non vada intesa, naturalmente, in senso letterale) attraverso strumenti fiscali affidati alla loro autonoma discrezione, perché i fini cui si è fatto cenno no·n siano- irrimediabilmente compromessi? FEDERICO PICA 4 1 Tale richiamo è costante nelle Note, cit .. Esso ha trovato espressione in una serie di brevi analisi dei sistemi amministrativi e finanziari degli Enti locali in alcuni paesi, contenuta nel secondo volume presentato dalla Commissione Tupini (pp. 153-203)~ 48 Bibliotecaginobianco
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