Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

La finanza delle Regioni a statuto ordinario stimolo ad incrementare effettivamente il pro·prio reddito e il volume delle proprie attività, sola base seria sulla quale possa essere impostato un sano sistema di finanza regionale. Dunque, per impostare su basi serie un sano sistema di finanza regionale è assolutamente necessario che la Regione sia mossa ad accrescere il reddito della collettività che essa amministra; lo stimolo che si ritiene sufficiente a tanto è il proporzionare le entrate dell'Ente al livello di tale reddito: l'Ente sarà perciò indotto, dal desiderio di accrescere le proprie entrate, a mettercela tutta per portare in alto, col suo sforzo produttivo, il reddito della collettività. Forse, più che commentare tali argomentazioni, è sufficiente richiamare su di esse l'attenzione di critici e studiosi. Ci limitiamo, comunque, a rilevare che, anche se si arriverà all'istituzione dell'Ente Regione, il solo risultato utile di tale istituzione per quanto riguarda il Mezzogiorno, se prevarranno tesi come quelle esposte dall'on. Tupini, sarà quello di arricchire il sistema amministrativo meridionale di un altro Ente destinato, fin dal suo concepimento, ad una vita grama e senza speranze. 10. - Ci sembra implicito, nelle argomentazioni che abbiamo riportate, l'affermazione del principio seco11do il quale dovrebbe farsi fronte con prelievi sopportati dalla collettività locale alle spese sostenute dall'Ente locale a vantaggio di quest'ultin1a 35 • Tale principio, anche prescindendo da ogni discorso in termini di « equità », ha a sua base proposizio11i certamente valide: se l'onere del prelievo corrisponde al vantaggio della spesa, ciascuna collettività locale sarà in grado· di 35 Il rilievo della possibilità di un ricorso relativamente più facile in sede di finanza locale che in sede di finanza centrale al principio del beneficio è frequentissimo nella letteratura recente (si veda, ad es., PARRAVICINGI., Aspetti antichi e aspetti nuovi della finanza locale, inedito, p. 29, citato in MAZZOCCHGI ., I motivi economici dell'imposizione sugli incrementi di valore delle aree urbane nella finanza locale, in AA.VV.; L'imposta sulle aree, fabbricabili, Milano, « Vita e Pensiero», 1962, p·. 8), ~d in quella meno recente (si veda, ad es., SHIRRASG. F., Science of Public Finance, Macmillan, London, 1937, voi. II, p. 725). Secondo l'Arena (Corso- cit., pp. 639-640), « se l'autonomia fosse intesa anche come responsabilità, questo sarebbe l'assetto più economico: la responsabilità del costo dei servizi cui provvedere sarebbe un limite allo sperpero; una remora all'offerta dei servizi p·ubblici da parte della autorità amministrativa e alla loro domanda da parte dei cittadini che dovrebbero subirne il carico; si avrebbe applicazione del 'principio della tassa', o della controprestazione con la sua giustificazione economica. Un siffatto. principio è oggi di impossibile applicazione, di frorite alla disuguaglianza delle ricchezze fra gruppi territoriali (zone più ricche e zone arretrate), ch'è sempre esi.., stita ed ha implicato perciò interventi integrativi più o meno sporadici dello Stato; ma che oggi è intollerabile e impegna la responsabilità dello Stato in sistematici interventi redistributori anche in questo campo: là dove le scarse risorse .-.. locali e quindi degli enti pubblici rispettivi non bastino a coprire le spese necessarie a elevare il tenore di vita arretrato rispetto al livello nazionale ». 41 Bibliotecaginobianco

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