Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Federico Pica plicemente il perché di tale afferl?lazio11e 33 • I!} Inghilterra, ad esempio, una dottrina del tutto opposta a quella esposta dall'on. Tupini vige assolutamente indiscussa: gli studiosi e gli uomini politici inglesi sembrano del tutto unanimi nel sostenere che le entrate degli Enti loc<:;lli debbano farsi dipendere non dal livello dei redditi delle collettività che essi amministrano, ma dalla necessità di fornire a 'ciascun in~lese un minimum standard di servizi pubblici 34 • In sede politica, come è noto, questa concezione ha trovato applicazione nel sistema dei block grants. Le motivazioni che l'on. Tupini riporta a sostegno di tali affermazioni sono che l'attribuire alla Regione t1na quota risultante dal riparto effettuato in sede· nazionale sul gettito globale dell'I.G.E. toglierebbe alla Regione il senso vero della propria economia - cioè, naturalmente, dell'economia della zona territoriale che essa amministra -; ciò potrebbe influenzare negativamente il sistema di scelte affidate all'Ente~ Non entriamo nel merito di questa osservazio,ne se non per rilevare cl1e essa, ove fosse assunta in 1nodo del tutto coerente, condurrebbe probabilmente ad una distribuzione delle risorse attribuite alle diverse Regio·ni tale cl1e i suoi effetti provocherebbero un maggior ritardo delle aree sottosviluppate del nostro Paese. Inoltre - si sostiene nella Relazio11e - un sistema· diverso da quello che, nell'opinione riportata d~ll'on. Tupini, sarebbe preferibile, indurrebbe la Regione a ridurre i propri sforzi, togliendo ad essa lo 33 Questa affermazione, d'altra parte, è nettamente in contrasto con quanto un autorevole membro della Commissione in altro lavoro afferma. Sostiene infatti l'Arena (Corso cit., p. 847) che il sistema dei sussidi _. il quale costituirebbe uno dei possibili mezzi per « disancorare » ecc. - « implica sperperi », in quanto « con quel sistema la responsabilità si oblitera. Ma il problema si riporta a quello in generale di un costo da affrontare dalla collettività come un tutto, se sia ritenuta necessaria, come oggi lo è, certa redistribuzione da gruppi più dotati a gruppi (in questo caso territoriali) meno dotati,. tutti bisognosi, di un minimo di servizi pubblici su un livello- oggi più elevato di un tempo». Redistribuzione, ci permettiamo di aggiungere, nella quale consiste quel « disancorare comp,letamente le entrate tributarie dell'ente da quelle che sono le reali sue capacità economiche)). 34 Secondo H1cKs U. K. (Britsh Public Finance 1880-1952, cit. p. 127), anzi, la finalità di un minimum standard di servizi pubblici da assicurarsi in tutto il territorio nazionale è sembrata in Inghilterra troppo modesta (too modest) ed in sostanza una effettiva eguaglianza negli standards relativi ai servizi pubblici fondamentali forniti dalle collettività locali, secondo l'A., è stata realizzata. Si veda anche, dello stesso A., Public Finance, London, Nisbet 8 C. L T D·., 1948, p. · 262: « una naturale conseguenza dell'aspirazione del Governo a generalizzare taluni servizi pubblici (forniti dalle Autorità locali) è che esso aspiri anche a generalizzare il livello medio al quale tali servizi sono forniti. Ciò non comporta semplicemente la necessità di sussidi per quelle zone in cui il reddito sia al di sotto del livello medio nazionale ma rende necessaria l'attribuzione di sussidi particolarmente generosi in favore di quelle zone che siano povere in modo anormale o in cui le necessità di -spesa delle Autorità locali siano, per un qualsiasi motivo, anormalmente alte». 40 Bibliotecaginobianco

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