Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Federico Pica piani generali e settoriali di _sviluppo eco·1!omicq regionale, disposti in relazione alla programmazione economica· nazionale. Ci si permetta di rilevare incidentalmente che il limite di questo meccanismo CCilsiste nel ridurre esso ulteriormente l'autonomia delle Regioni, non solo rigidamente vincolando,ne in sede centrale le entrate, ma riducendone anche i margini di libertà relativi alle spese. Il meccanismo in questione potrebbe tuttavia risultare utile, permettendo in taluni casi l'adeguamento delle entrate di una Regione, con le sue spese che per una qualsiasi ragione si trovino ad essere divenute più gravose della media degli Enti. 7. - Il sistema delle partecipazioni può prestarsi a critiche non soltanto perché attraverso di esso assai difficilmente si realizza una ottima corrispondenza tra risorse assegnate all'Ente ed oneri cui esso deve far fronte, ma anche su un altro piano, ove questo sistema venga interpretato nel senso che ogni Ente local_e sia ammesso a partecipare per una medesima quota al gettito di una certa imposta prelevata nello spazio territoriale che esso amministra. Tale sistema . sembra essere tale da inserirsi tra le forze cl1e impediscono una migliore distribuzione territoriale deilo sviluppo. Non si intende affermare che il realizzare una migliore distribuzione territoriale dei redditi dovrebbe essere tra gli obiettivi premi-_ nenti da realizzare attraverso la finanza ·delle Regioni: ovviamente no·n mancano altri più congrui mezzi attraverso i quali finalità di tal genere possono essere realizzate. Si ritiene soltanto che, ove la finanza delle Regioni fosse costruita in modo da rafforzare gli squilibri territoriali già in atto nel nostro Paese, rintrodurla nel nostro generale sistema finanziario sarebbe in contrasto appunto con tali conclamati obiettivi. Oltretutto, un sistema fina11ziario che facesse sì che alcuni Enti beneficino di entrate eccedenti in relazione alle loro esigenze, ed altri di entrate del tutto insufficienti rispetto ad esse, sarebbe chiaramente non economico. Il meccanismo delle partecipazioni, ove lo si interpreti n_el modo che si è detto, assai difficilmente si risolve a favore delle aree sottosviluppate: se il gettito dell'in1posta cui esso si applica è, grosso modo, proporzionale rispetto al variare della ricchezza di cui le diverse collettività locali dispongono, ciascun ente locale riceverà entrate proporzionali al reddito che la collettività che esso amministra produce e il sistema fiscale degli Enti locali non si preste-rà in alcun modo a redistribuire le ricchezze dalle zone ricche a quelle povere; se invece si tratta di partecipazioni ad imposte progr;essive, le entrate degli Enti 36 Bibliotecaginobianco

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