I La finanza delle Regioni a statuto ordinario nario tornasse troppo spesso d'attualità - che le quote di partecipazione siano « variabili da regione a regione, ma non troppo, né nel tempo, né nello spazio» 22 • Prescindendo da ogni valutazione relativa al come tale desiderio · debba essere valutato ed a quale ·peso abbia 23, deve rilevarsi che una . tendenziale rigidità delle qtiote di partecipazione comporterebbe rischi particolarmente gravi ove essa fosse inserita in un sistema di finanza regionale quale la Commissione Tupini auspica. È ben noto infatti che l'I.G.E., l'imposta rispetto alla quale, nelle proposte della Comrriissio-ne, le partecipazioni dovrebbero prevalentemente esser accordate, è caratterizzata da una variabilità estremamente accentuata del suo gettito. Su di una cosa, perciò, si potrebbe contare al di là di ogni dubbio, sul fatto che certamente uno dei principali elementi di fatto, di cui deve tenersi conto per decidere l'ammontare delle quote, il gettito dell'imposta, varierebbe spesso, ed in mo,do sostanziale, sicché i calcoli relativi alle quote in questione, così come le quote stesse, per evitare gravi sperequazioni, dovrebbero essere rivisti altrettanto spesso, ed in modo altrettanto sostanziale; il che, se abbiamo ben capito, è proprio quanto, per ragionevoli motivi, voleva evitarsi. Per quanto riguarda il progetto di legge presentato alla Camera, nel sistema che attraverso esso vorrebbe instaurarsi, il peso del problema in questione è ancora maggiore che nelle proposte della Commissione Tupini. Se tale progetto venisse approvato, infatti, circa il 97,5% delle entrate regionali deriverebbe da partecipazioni 24 : ciò naturalmente annullerebbe quasi del tutto l'autonomia delle Regioni in materia di entrata, riducendo perciò a zero ogni p-ossibilità che esse, sia pure entro ragionevoli limiti, siano autonomamente in grado di ritracciare una sufficiente copertura per quegli incrementi di spesa 22 Relazione p,resentata dall'avv. Ferdinando Carbone, pubblicata nel volume Relazioni e monografie di carattere generale cit. p. 44. 23 Sembra che dovrebbe almeno tentarsi uno sforzo perché il variare delle partecipazioni sia quale deve essere, corrisponda, cioè, come impone la Costituzione, al variare dei bisogni di ciascuna Regione. Il problema in sostanza consiste, come in linea generale afferma i'ARENA A. (Corso cit., p. 647), nell'assicurare a tutti i g~ppi territoriali, più o n1eno dotati che siano, un livello minimo di servizi pubblici, obbiettivo che sembra irrinunciabile, anche ove comporti il costo di· una ampia· variabilità delle quote di partecipazione, nello spazio e nel tempo. 24 Si tenga conto che il restante 2,5% delle entrate delle Regioni deriverebbe da addizionali, sistema questo che anch'esso riduce l'autonomia dell'Ente entro margini ristretti. Per un accostam.ento tra sistema della rip~ti~one del gettito (partecipazioni) e sistema delle sovraimposte (addizionali) si veda il citato rapporto La finanza degli Enti locali, di STEVE S., MAZZOCCHI G. e VANDONI C., p. 1319. 33 Bibliotecaginobianco ~
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