Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Federico Pica ostacoli gli scambi all'interno del paese, riduce~do lo -sviluppo eco-nomico ed il benessere collettivo, è in alcuni casi tutt'altro che trascurabile 8 ; nello stesso modo la finanza locale rappresenta, rispetto al problema dell'equilibrio territoriale dello sviluppo, un elemento del « circol_o vizioso dell'arretratezza » che esercita un'influenza evidente in taluni paesi 9 • 3. - Nelle diverse legislazioni 10 il pro·blema del coordinamento finanziario è affrontato mediante ricorso· a strumenti diversi, in relazione ai differenti problemi economici e politici, cui nei Paesi in questione si era di fronte: ad esempio, attraverso il sistema delle partecipazioni in Germania Occidentale 11 ; attraverso i sussidi in Gran Bretagna 12 , 8 Questo rischio è particolarmente grave ove i sistemi di finanza locale app,licati comportino misure analoghe alle imposte di consumo italiane. Per una efficace critica ad esse, si veda GANGEMI L., Manicomio tributario italiano, in « Studi in memoria di Benvenuto Griziotti », Milano, Giuffrè 1959, p. 170, il quale avanzava a tal proposito un'utile proposta, in parte attuata, quella di collegare le imposte di consumo con l'I.G.E., sullo schema, ad esempio, di quanto si è fatto in Francia. Si veda anche SruDENSKY.P., State taxes threaten U.S. Common Market, « Harvard Business Review », luglio-agosto 1960, pp. 57-66. · 9 Su tale argomento torneremo nel seguito di questo scritto. Ci sembra interessante citare, intanto, il lavoro di SAVILLE L., Regional Contrasts in the Development of Local Public Finance, « National Tax Joµ.rnal », giugno 1962, pp-. 155-169, in cui si fa 1iferirnento al tentativo degli Stati del Sud-Est americ<;\no di rompere il circolo vizioso (minore reddito medio delle collettività locali ~ minori entrate dell'Ente locale - livello più basso dei servizi pubblici - minor reddito medio della collettività locale), facendo ricorso all'indebitan1ento per finanziare un livello di spese paragonabile a ·quello degli Stati più ricchi: ne è derivato che, attualmente, gli oneri del servizio del debito rendono ancora più precaria la situazione di tali Enti. Ciò sembra confermare l'opinione che sia alquanto difficile ad Enti locali meno favoriti affrontare autonoman1ente programmi di sviluppo delle loro economie. Il sistema fiscale degli Enti locali non è in genere uno strumento abbastanza flessibile perché attraverso di esso tali Enti possa110 perseguire fini di politica economica rilevanti in relazione alla loro situazione di minore o maggiore sviluppo. Ciò naturalmente non significa che non sia possibile introdurre, da parte di un Ente centrale, nei sistemi finanziari degli Enti locali, strumenti tali da migliorare la distribuzione territoriale dei redditi, o ahneno, da non peggiorarla. 10 Ci siamo riferiti a Paesi che hanno dato all'antitesi tra coordinamento ed autonomia una soluzione ben chiara. Si tratta, per quattro tra i cinque sistemi finanziari che si citeranno, di Stati a struttura federale: è be11 ovvio che· in Stati di tale tipo il problema presenta particolare rilevanza. Il riferimento alle soluzioni che in questi Paesi si diano al problema in questione non deve tuttavia considerarsi circoscritto nel suo valore di esperienza ai soli sistemi federali, in quanto non muta, dal punto di vista economico e finanziario, la sostanza del problema il fatto che un certo strumento sia applicato in un Paese a tipo federale o a tipo diverso. 11 Particolare interesse presenta l'evolversi del sistema federale tedesco dalla Costituzione del 1871, attraverso la quale veniva affermata la prevalenza a~soluta della Prussia s~a Federazione germanic~, costituendo così un tipo di governo federale tendenzialmente ·accentrato, alla legge fondamentale del 1949 che indubbiamente risente di influenze americane e più particolarmente del te~tativo effet26 Bit>liotecaginobianco

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