Le due società non è lo sviluppo economico a porre la so-cietà comunista russa dinanzi a certi problemi, non è la problematica di un'astratta e ipotetica società industriale a determinare i problemi concreti e molteplici della società comunista di oggi; ma è invece proprio il complesso sviluppo della società russa a porre dinanzi ad essa determinati problemi di sviluppo - economico e a dare concretezza e realtà ai problemi di quella determinata società industriale. E queste affermazioni possono,, certo, essere rovesciate per espediente didascalico, o per artificio dialettico, ma la loro validità permane, e ritorna ogni volta che ci si voglia dar conto in maniera ampia e concreta deì fenomeni di fronte ai quali ci troiViamo, perché solo sulla loro base è possibile sfuggire alle sollecitazio-ni di una modellistica storica e sociale, i cui schemi, dedotti da indebite e generiche generalizzazioni, sono poi puntualmente smentite dallo sviluppo reale. Reciprocamente, non sono lo sviluppo economico e l'avvento della società opulenta a determinare i problemi concreti delle società industriali dell'Occidente, ma è precisamente il modo- come queste società hanno- vissuto il loro sviluppo economico· a prospettare ad esse in un determinato contesto i problemi della società opulenta. Se ci si deve attenere all'organizzazione della vita economica e alla correlativa dinamica sociale, le differenze tra le società industriali dell'Occidente e la società industriale comunista quale oggi appare i11 Russia sembrerebbero destinate piuttosto ad accrescersi che a ridursi. La formazione di nuovi ceti, l'accresciuta mobilità sociale, la reintroduzione di criteri e di pratiche « capitalistici », tutto ciò che, insomma, r0mpe e modifica il modello e le aspirazioni comunistiche sotto la spinta di un giovane ed esuberante società russa, sembra andare piuttosto nel senso di una vita sociale imprevedibilmente e complessamente organizzata; mentre la diffusione della proprietà e dell'azione pubblica nella vita eco-nomica della società occidentale non sembra destinata a modificare il fondamento individualistico di una tradizione ormai retta da molti secoli di sto.ria. Borghesia e capitalismo, proletariato e collettivismo appaiono come alternative sempre meno in grado di esaurire l'originalità e la molteplicità di cui lo sviluppo sociale in Occidente e nel mondo comunista ha fatto e fa prova. Bene ha fatto· perciò Aron, nel libro già citato, a ricordare che la maggior parte delle ideologie pol_itiche e sociali a cui quelle alternative si riportano risale alla metà del secolo scorso e per questo solo fatto qùelle ideologie meriterebbero di essere profondamente rivedute e ripensate e di essere, ogni volta che fosse necessario, abbandonate, prima di essere incautamente usate a profetizzare il futuro oltre che ad interpretare il passato·. Quelle alternative sono esse stesse il frutto di possibilità che in determinati 21 Biblio.tecaginobianco
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