Giuseppe Galasso V Alcune esperienze certa1nente n.on tutte felici, ma ancor più certamente di straordinario rilievo e importanza - anglosassoni e scan- .d. inave hanno mostrato nella pratica la possibilità di inserire il meto,do e l'azione pianificatrice, in misura più o meno larga, nel contesto di una società democratica; e anche perciò, oltre che per le deduzioni precedentemente svolte, un'ulteriore verifica teorica di tale possibilità non è necessaria. È vero, tuttavia, che la prassi pianificatrice è destinata fatalmente a corrompere la fisionomia delle società occidentali fino ad annullare la maggior parte dei caratteri che finora le distinguono dalle società comuniste? Ed è lecito, d'altra parte, attendersi che un processo inverso, in dipendenza dallo sviluppo industriale, porti le società comuniste a rassomigliare sempre più alle società occidentali, di mo·do che si possa già ora ipotizzare una società del futuro virtuosamente lontana dalla rigida fisionomia attuale dell'uno e dell'altro sistema? Quest~ modo di vedere e di prospettare le cose non è necessariamente semplicistico, sebbene sia fortemente tinto di una fiducia nelle facili e spontanee armonizzazioni del corso storico da c_ui sarà prudente tenersi quanto più possibile lontani. Nel caso specifico quel che appare più dubbio è che l'adozione di una medesima tecnica o di una tecnica affine di organizzazione dei· fatti economici possa determinare un simultaneo ravvicinamento· di tutti gli altri elementi istituzionali e genetici da cui un organismo sociale risulta. La sperequazione tra la causa supposta e gli effetti sembra chiara. Ma ancor meno convincente e più insidioso appare il presupposto economicistico che sta dietro l'argomentazione e che è doppiamente deterministico : in quanto suppone una determinazione della vita associata da parte dell'organizzazione economica della società e in quanto suppone che lo svolgimento di tale organizzazione possa essere determinato a priori. L'esperienza insegi1a, invece, e precisamente nel caso del massimo sforzo di riorganizzazione economica di una società tentato nel mondo contemporaneo, ossia in Russia, che la profonda dinamica della vita sociale possiede tanta forza da poter assimilare e modellare su se stessa e sulle proprie esigenze anche uno sforzo di tale ampiezza e intensità. E quello che si dice del fattore economico si potrebbe dire, naturalmente, di ogni altro fattore della vita associata, all'esaltazione del quale si volesse sacrificare la complessa codeterminazione dei più vari fattori donde quella vita ---trae le sue ragioni e deriva la sua fisionomia. No-n bisogna di1nenticare che, come si è detto, 20 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==