Le due società razionali e il concreto comportamento economico e sociale. Nella società comunista ciò co1 ntrassegna la paradossale scoperta che esiste una logica economica indipendente da quella politica; e che esistono remore sociali eh~ si frappongo,no all'azione del politico e determinano corsi spontanei e impreveduti dello sviluppo sociale. Si scopre alla fine che non è l'avvento dell'industria ad imporre alla società russa determinati moduli di comportamento e di sviluppo, ma è piuttosto la società russa ad atteggiare la società industriale secondo i suoi fini e le sue esigenze particolari; così come già si scoprl che non era la collettivizzazione a modellare e a determinare il inondo rurale russo, ma era questo mondo rurale a determinare, pur recependo la collettivizzazione e adattandovisi, la fisionomia dell'agricoltt1ra russa. Questa diversità di problen1i, sotto un'apparenza che è talvolta, esternamente, simile o eguale, 11.ondev~ sorprendere e deve anzi costituire un canone di interpretazione. Lo si vede ancor meglio se ci si rivolge ad altri problemi. IV Le complesse esigenze dalle quali nasce lo stimolo alla pianificazione (o ad una qualsiasi forma di coordinamento e di selezio·ni fra le varie possibili scelte economiche) nelle società di tipo occidentali si possono considerare ormai sufficientemente chiarite. A nostro avviso, esse sono assai bene illustrate - ad esempio• - nelle o·pere di Galbraith, nonostante le critiche e le obiezioni sollevate contro questo autore, e sono assai bene sintetizzate nelle frasi conclusive di The affluent society, che anche perciò vale la pena di ricordare e rileggere: « Le nostre speranze di sopravvivenza, di sicurezza e di soddisfazione, dipendono dalla soluzione che avremo dato al problema della destinazione delle risorse a favore dei bisogni più urgenti. Ammobiliare una camera vuota è una cosa, continuare ad accatastare mobili fino alle cantine è un'altra. Se l'uomo non fosse riuscito a risolvere il problema della produzione, egli sarebbe rimasto in quelle dolorose co,ndizioni di miseria che sono il retaggio più inveterato dell'umanità. Ma se egli non si accorgesse di aver risolto tale problema, e quindi non si rivolgesse al prossimo compito che l'attende, si troverebbe di fronte ad un altrettanto tragico destino». Non ci sembra perciò il caso di insistere su questo punto. Ma: è possibile una pianificazione democratica? e quali sono gli elementi e le caratteristiche per cui essa si distinguerebbe da quella autoritaria e totalitaria che è in vigore nei paesi retti a regime comunista? Benin17 Bibliotecaginobianco
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