Giuseppe Galasso momento in cui essa perviene, o è alla vigilia di pervenire, alla maturità. La reticenza degli interlocutori e la frequente oscurità del discorso non devono ingannare sulla sostanza del problema e sulla serietà di esso. Che lo stesso problema, in forme ovviamente diverse, sia stato posto anche nel mondo occidentale è, d'altronde, una nuova prova della pratica inevitabilità della discussior1e nella civiltà co1 ntempora11ea; ed è, forse, proprio questa inevitabilità a suggerire la diffusa, .ma infondata, convinzione che la società industriale attraversi ovunque le stesse fasi e si tro,vi ovunque di fronte agli stessi problemi. In realtà, a differenziare in ogni caso le situazioni singole fra loro,, interverranno i termini diversi in cui il medesimo problerr1a si pone qua e là. E di problemi di cui siano diversi i termini si potrà dire, veramente, che sono gli stessi? Nel mondo occidentale il proble1na che alla vigilia o all'indomani dell'avvento di una società opulenta sembra far premio su tutti gli altri è certamente il problema della pianificazione, che assai spesso ci si illude di evitare ricorrendo ad altri termini o a ·perifrasi: programmazione, economia co·ncertata, economia coordinata etc. Nel mondo comunista, invece, il problema è, nelle stesse circostanze, quello, delle relazioni tra politica ed economia. Sembrerebbe che, in fo,ndo, una grande differenza non ci sia. In realtà, la differenza è profo·nda e riflette, ovviamente, la grande disparità di situazioni che noi sintetizziamo nell'antitesi tra mondo occidentale e mondo comunista. Il problema occidentale della pianificazione o di un qualsiasi sforzo di coordinamento tra le iniziative economiche possibili o in atto è un problema, essenzialmente, di razioinalizzazione, di efficienza, di opportunità politica e sociale. Ciò - beninteso - non lo rende affatto meno grave, ma ne circoscrive piuttosto rigorosamente i termini. Si tratta di un problema che, o,ve non interferiscano fattori esterni ed eccezionali, può maturare ~entamente all'interno di un determinato sistema economico e politico-sociale; subire soluzioni diversissime, più o meno estese, più o-meno definitive, più o meno organicl1e; e, in ultima analisi, subire la logica del sistema nel quale esso nasce e dal quale mutua i suoi termini, anche se il sistema stesso debba subire i11novazioni, modifiche e sviluppi d'ogni genere, e magari di grande rilievo, in seguito all'adozione di una qualsiasi tecnica di pianificazione. Ben diverso risulta, invece, nel mo·mento in cui si pone, il problema comunista dei rapporti tra politica ed economia, perché qui non è in gioco questa o quella articolazione del sistema, bensì il sistema stesso nel suo presupposto che il superamento della società capitalistica implichi un parallelo superamento di ogni conflitto tra i modelli 16 Bibliotecaginobianco
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