Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

, La classe ideologica ma non sarà una nuova forza di coesione, dopo il disgregamento dei partiti. Questo diciamo,, pensando alla trattazione dei problemi concreti, iniziata sull'Unità ». La contrapposizione di Anzilotti fra il suo nazio·nalismo e il coneretismo di Salvemini avveniva non sul piano delle forze politiche, ma su quello della ricerca di « nuove forme di coesione nazionale », di grandi idee morali. Era questo un modo ambiguo di porre il problema, ma rispondeva ad una logica alla quale il problemism·o salveminiano non .era del tutto estraneo. Difatti, nella misura in cui esso rimaneva sollevato ad un livello metapolitico, rimaneva pure esposto alla ' persuasione ' del nazionalismo. A stare a qualche giudizio di Salvemini sul nazionalismo, sembra infatti che egli non fosse alieno dal dar credito ad un nazionalismo che, al disopra dei partiti, temperasse l'asprezza della lotta di classe 29 • Tale illusione trova conferma non tanto nel fatto che .Salvemini non escludesse un accordo con i nazionalisti su alcune campagne politiche, come quella antiprotezionista 30 , quanto nel fatto che coincisero con quelli nazionalisti certi suoi giudizi positivi su talune posizioni politiche ' forti ' ed eversive, portatrici di una notevole carica di irrazionalismo politico; un atteggiamento che, accentuatosi nel '13 e nel '14, portò allo interventismo democratico combattuto a fianco dei nazionalisti. Nell'Unità dal '12 in poi, le critiche al partito socialista si fecero più serrate 31 e si delineò un atteggiamento antiriformista che sottintendeva l'esigenza di una chiarificazione definitiva della lotta politica, ma che -- per un'astratta considerazione dei contraccolpi politici - portava il Salvemini a considerare positivamente il radicalizzarsi delle posizk>ni conservatrici e dell'estrema: « è per questa ragione cl1e nel 1914... è dato rinvenire sulla rivista un contegno cautamente positivo verso Sonnino e Salandra, sia un atteggiamento non avaro di elogi verso Mussolini, come anche l'augurio di una transitoria convergenza 29 « E badiamo: un nazionalismo, anche francamente reazior1ario, noi lo considereremmo come un opportuno e benefico vivificatore delle nostre energie nazionali, se in esso potessimo riconoscere un rimedio serio alla insincerità e meschinità della nostra vita pubblica ... se potessimo sperare dal diffondersi dell'ideale nazio~ nalista, in opposizione alla pratica inevitabile della lotta di classe, un vero permanente miglioramento dello spirito nazionale, ottenuto con uno sforzo continuo di- disciplina, di sacrificio, di studio, di lavoro, diretto a raggiungere una sempre più alta utilità generale». Che cosa voglianio? L'Unità, 1912, I, 13, ora in La cul. tura it .... L'Unità ... op. cit., p. 200. 30 Op. cit., Introd., p. 20. 31 « Si deve anzi ricordare come tra l'autunno del 1913 e l'estate del 1914 si giungerà al contrario, a riporre più di una speranza negli accenti di rivoluzionarismo turbolento del nuovo direttore dell'« Avanti! », Benito Mussolini, La cultura it .... L'Unità, Introd., p. 67. 123 Bibiiotecaginobianco

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