La classe ideologica mente dati » sia « l'ipocrisia, che sotto il nome di interessi generali, propugna in realtà gli interessi partic·olari di singole classi, leghe e individui ». Col che, se da una parte coglieva bene l'equivoco del nazionalismo, coglieva pure dall'altro· un pericolo insito nel moralismo sal- • • vem1n1ano. Specie dopo la rottura col Salvemini. La Voce procedette con maggior disinvoltura sulla via della revisione delle tradizioni di pensiero liberali, e soprattutto della filosotìa e della storiografia. La Voce accentuò allora il suo crocia.nesimo di cui volle essere quasi la traduzione civile se non politica. Ma se il crocianesimo non può non apparire a noi, come dové apparire al Prezzolini in quegli anni, la sintesi più ragionevole consentita da u11a tradizione liberale e moderata, esso doveva riu~cire in qualche modo inassimilabile alla generazione dei vociani, perché era sostanzialmente estraneo alle loro inquietudini e velleità di potere che portavano con sé, in forme più o meno oscure a contraddittorie, le ragioni che sospingevano il paese verso regimi popolari e di massa. Perciò il tentativo prezzoliniano di creare, nello spirito del crocianesimo, con la Voce « un organo fuori dei partiti politici che affermasse dei principi superiori alle lotte politiche » doveva riuscire « la degenerazione e quasi la triste caricatura, di tesi crociane» 16 : nel '12 Prezzolini in una delle sue professioni di crociane si~o si proclamò suo debitore per aver sco.perto:, nel mondo della storia « il valore dell'uomo di genio (ma ancl1e il valore dell'imbecille), il valore del santo (e il valore del farabutto); la riduzione totale, assoluta, senza residuo, ma su cui costruire » 17• Così il prezzolinismo si volgeva sémpre più decisamente verso approdi attivistici, e lasciava meglio scorgere lè proprie origini reazionarie: « la nostra posizione, da molto tempo, è quella di persone che ... senton troppo chiaramente la limitazione delle proprie forze di fronte a quelle più brutali, più incoscienti, meno alte e meno pt1re, ma più potenti dei gruppi organizzati, ma questa posizione permette uno sguardo più libero... Perciò siamo fuori dei partiti »; e concludeva in mo-do non equi,,ocabile: « il nostro 16 E. GARIN, Cronache di filosofia italiana, Laterza, Bari 1955, p. 329. 17 G. PREZZOLINI, o devo ... La Voce, 1912, IV, 7, ora in La Cultura italiana, « La Voce » op. cit., p. 435. Prezzolini così continua: « Io sono un crociano.... Sono un crociano, come sono un papiniano, perché Papini mi scosse e mi sollevò ... Sono un crociano, volevo dire, dell'Etica e non dell'Estetica... E forse, ancor meglio, non sono crociano di questa o di quella dottrina, ma dello spirito di Croce»; e conclude: La filosofia della pratica ha generato anime che credono « A questo a quello, credono, e si combattono magari. .. Ma ... hanno imparato quel che avrebbero . imparato dalla religione, se una religione avessero trovato nel padre e nella IIladre, nel maestro, nel loro tempo. Poiché non ebbero un prete, hanno avuto un filosofo»! 119 Bib -'1otecaginobianco
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