Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Alfredo Capone di una erronea pratica proletaria, ha però :il merito di una « buona costruzione logica della teoria ... : essa è fatta, in generale, da intellettuali e da borghesi... Il meglio del sindacalismo, in altre parole, sta nella teo,ria » 8 • Si delinea così il compito dell'intellettuale p_rezzoliniano· e poi vociano che è quello di lavorare al recupero e al raccordo ideologico dei grandi filoni della tradizione culturale borghese alle nuove esigenze imposte dalle trasformazioni sociali. L'intellettuale fornisce alla borghesia imprenditoriale la coscienza documentata della sua superiorità morale e sociale. Il luogo di elezione della cultura viene identificato con lo « spirito», il quale, rassicurato assai realisticamente dal co·ntrollo delle forze di lavoro e dei meccanismi di produzione, può sollevarsi oramai al di sopra della politica « spicciola » per recuperare la sua libertà e la sua universalità. È in questa prospettiva che prende significato, come abbiamo visto, la auspicata liberazione anche della « classe ideologica», cioè la sistemazione del personale intellettuale fornito dalla media e piccola borghesia, che deve essere il supporto sociologicò necessario alla custodia imparziale dei valori dello spiri(o e della cultura « metapolitica ». Tale « imparzialità >> risultò in effetti la fonte di tutti gli equivoci_. perché si traduceva, nella pratica,- in un discorso al livello moralistico che spingeva in secondo piano i contenuti politici ed era· suscettibile delle colorature più diverse. L'equivoco del moralis-mo fu infatti ciò che rese possibile la collaborazione di Salvemini alla Voce. Il moralismo salveminiano richiederebbe un discorso a sé; ma qui basti rilevare che esso, pur r1ella diversa ispirazione decisamente democratica, ebbe ancl1e dopo la fondazione dell'Unità, talune analogie con certe posizioni della équipe vociana: quasi una versione demo'cratica della ' classe ideologica' 9 , nel senso che, il programma di 8 op. cit., pagg. 54, 115-116, 203-204. Il saggio prezzoliniano si avvia così alla conclusione: « I cercatori, gli idealisti, i sognatori escon piuttosto dalle classi alte che dalle basse». Fra gli operai si riscontra una « ributtante ristrettezza d'anima», una « vita puramente materiale » rivolta alla conquista penosa ed inutile di qualche cosa che titilli meglio il palato» e, quel che per lui è peggio, « in disprezzo poco ragionevole e parecchio pericoloso per l'intelligenza stessa... C'è insomma tutta la bassezza dell'educazione materialistica ... », pp. 205-207. _9 Salvemini nell'estate dell'll aveva progettato, d'accordo con Prezzolini, un nuovo partito intellettuale: « Abbiamo bisogno di un nucleo direttivo di una ventina di uomini, che deve dare fra dieci anni il Ministero rivoluzionario; intorno a questo nucleo è necessario riunire un altro paio di centinaia di uomini tecnici, che tra dieci anni dobbiamo sostituire a un tratto a tutti gli alti funzionari attuali (Corte di Cassazione, Corte dei Conti, Consiglio di Stato, direttori generali, Prefetti)»; così in unç1. lettera a G. Lombardo-Radice citata in La cultura italiana del '900 attraverso le riviste « L'unità, La voce politica » (1915) a cura di Francesco Golzio e Augusto Guerra, Einaudi, Torino, 1962, introduz., p. 49. 116 Bibliotecaginobianco I I I

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