Nord e Sud - anno X - n. 47 - novembre 1963

Recensioni Tuttavia, sotto questa apparenza di opera isolata dalle correnti principali del dibattito, la trattazione di Sraffa nasconde una attualità e una vivezza di problematica che ne fanno un'opera di alto interesse per chiunque si occupi di problemi economici. Gli asp·etti di interesse immediato che la trattazione di Sraffa offre sono molteplici. Ne toccheremo tre, che ci paiono fra i più rilevanti: il primo riguarda la concezione del processo produttivo· come processo circolare; il secondo riguarda la posizione assegnata ai consumi e alle preferenze dei soggetti economici; il terzo riguarda la posizione del salario nell'equilibrio generale del sistema. La concezione della produzione come processo circolare non costituisce una novità nella letteratura economica, essendo stata presentata a suo tempo dal Leontief; ma essa è pur sempre uno degli aspetti più significativi della teoria economica moderna, e uno dei punti nei quali il distacco dalla impostazione tradizionale è più netto. Nella teoria neoclassica della produzione, vigeva una separazione netta tra fattori originari di produzione e pro,dotti ottenuti. I fattori originari, terra e lavoro, patrimonio iniziale di ogni collettività, erano concepiti come un limite alle possibilità di produzione; la disponibilità dei fattori imponeva una frontiera oltre la quale non era possibile spingere il volume della produzione. La scarsità dei fattori originari imponeva altresì la necessità di un uso oculato delle risorse produttive e la ricerca di una utilizzazione ottima. Tutto questo scompare quando la produzione è concepita come processo circolare, nel quale non esistono fattori originari, e qualunque risorsa può essere prodotta. Scompare la distinzione tra fattori e prodotti, scompare ogni limite preciso entro il quale la produzione debba essere fatalmente contenuta, purché al sistema sia dato il tempo necessario per svilupparsi. Il secondo aspetto della trattazione di Sraffa che merita attenzione è la posizione che egli assegna alle preferenze e alle scelte del consumatore nell'equilibrio gene~ale. Da un punto di vista formale, l'attività di scelta del consumatore è addirittura esclusa dal modello: le quantità prodotte dei diversi beni, e quindi la composizione del reddito nazionale, sono assunte come dati di partenza dell'analisi e non come risultato di una scelta consapevole dei soggetti economici. Il consumatore, tradizionalmente sovrano nel mondo economico, sembra repentina1nente scomparso dalla scena. Che significato ·si può attribuire a questa impostazio11e? Molte interpretazioni sono possibili. Si potrebbe pensare che Sraffa ritenga, come no·n pochi fanno, che la condotta del consumatore deb·ba essere oggetto di studio della psicologia o della sociologia, non della scienza economica, e che per questa ragione egli abbia preferito presentare le scelte del consumatore come già effettuate. Si potr~bbe anche pensare che I:esclusione delle scelte del consumatore dal modello sia stata dettata da considerazioni di ordine empirico. Nella vita economica moderna, la sovranità del consumatore assume sempre più l'aspetto di un mito vuoto di contenuto; la scelta dei beni da produrre è sempre meno legata ai gusti autonomi del soggetto economico, e dipende sempre più dalla determinazione arbitraria 109 Bi_bl.iotecaginobianco

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