Recensioni interpretazioni più o meno verosi1nili, gli permette di comporre un n1osaico vario e straordinariamente ricco di immagini dal vero, lasciando al lettore il giudizio definitivo su quanto è venuto narrando. Due capitoli colpiscono particolarmente: quello dedicato all'inverno russo e l'altro sul viaggio dell'autore da Mosca al Pacifico. E,ntrambi consentono una comprensione nuova del carattere dei russi e della forza del regime comunista. Soprattutto la descrizione degli spazi immensi dell'Unione Sovietica, che include popoli e civiltà diverse e propone ai dirigenti moscoviti problemi giganteschi (tra cui lo sfruttamento del sottosuolo e la n1odemizzazione dell'agricoltura) mette in evidenza meglio di qualsiasi discorso i limiti della « grande sfida » economica che Kruscev ha rivolto all'America. Per rendersi conto, del resto, del cammino che ancora resta da percorrere ai sovietici per raggiungere il livello di vita americano b,asta leggere il parallelo tra i due paesi che l'autore disegna nel capjtolo conclusivo del suo libro. Il mondo comunista ha un punto di forza che non si può trascurare,. né sottovalutare, ed è l'istruzione pubblica. Ogni anno in Russia si laureano 120mila ingegner_i altamente specializzati, gli studenti sono stipendiati, l'analfabetismo di ritorno è combattuto efficacemente attraverso provvidenze e scuole obbligatorie, a nessuno - in qualsiasi periodo della vita - è negata la possibilità pratica di acquistare un'istruzio·ne completa fino all'università. Ormai anche tra i massimi dirigenti politici non sono rari i casi di operai che hanno incominciato di 11uovo a studiare dopo i 25 o i 30 anni riuscendo ad assumere in fabbrica o nelle università funzio,ni di primo piano. Tra i vantaggi di questo sistema, l'ascesa costante del livello culturale medio della pop-olazio·ne e l'affluire nella classe dirigente di elementi sempre più attivi e meglio selezionati, sono giornj di p·articolare importanza e tali da dover essere perseguiti da ogni società evoluta. - Ma, per il resto, ogni confronto tra Stati Uniti e. Unione Sovietica rischia d'essere assurdo. Negli Stati Uniti il be11essere l1a raggiunto un livello superiore ad ogni previsione: vivono 58 milioni 323mila nuclei familiari che possiedono SO 1nilioni di televisori, 143 milioni di radio, 61 milioni di auto,. mobili. Il 56 per cento di queste famiglie sono proprietarie della casa che abitano. Il salario medio mensile dei sovietici si· aggira sugli 80 dollari, quello americano st1i 360 dollari. Negli Stati Uniti - osserva Ronchey - il gettito delle imposte dirette è di gran lunga superiore a quelle delle impo,sizioni indirette; nell'Urss invece, il rapporto si rovescia. Nel '62, ad esempio, sugli 81,9 miliardi di rubli d'entrata previsti, appena 5,8 miliardi derivavano dall'imposta diretta, e 32,4 miliardi sono stati raccolti dalla tassa di scambio, la pesante imposta indiretta adottata dal governo di Mosca. · A questa debolezza (naturalmente rela~iva) sul piano· economicp corrisponde un'assenza di dibattito che fino a pochi anni or sono1 si traduceva in conformismo assoluto. Il « disgelo » ha avviato· un processo di liberalizzazione di cui l'autore segue le linee ricostruendo la carriera e _la personalità di tutti i capi comunisti, da Kruscev a Miko1an, a Kozlov,- ad Adjubei. È forse la parte più riuscita del libro, un libro che conferma la cap~cità 97 Bibliotecaginobianco
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