Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Recensioni scienziati, persino la gente comune, sulla vita quotidiana in Urss e di riferirne nelle loro opere, tentando un'interpretazione meno superficiale di quel che succede nello stato-guida del movimento co1 munista. Alle analisi dottrinali degli studiosi (da Deutscher a Schlesinger) si so•no aggiunti così i primi documenti aggiornati sulla Russia dopo il XX congresso del PCUS e i rivolgimenti che ne seguirono. L'anno scorso corriparvero le Cronache degli anni di Kruscev del giornalista inglese Alexander Werth, pubblicate da Einaudi, e lo studio di Eugenio Scalfari sul Potere economico nell'Urss (Laterza); e pochi mesi or sono è uscita presso Garzantt la Russia del disgelo che Alberto Ronchey ha scritto dopo due anni trascorsi a Mosca come corrispondente della « Stampa». Tutte e tre le opere rappresentano serii tentativi di co·gliere la nuova atmosfera che regna nel paese co11 l'avvento del kruscevismo, illustrando le tendenze generali che condizioneranno la politica interna e quella estera del Cremlino. Ma, derivate da esperienze diverse e scritte con intenti anch'essi diversi, mettono più in evi(ienza l'uno o l'altro aspetto della realtà so·vietica. Werth tiene particolarmente ad una rappresentazione, il più possibile viva ed immediata, della vita d'ogni giorno in Urss. Dopo essere stato testi1none della Russia povera ed affamata nel periodo tra le due guerre ed aver vissuto a Mosca nel dopoguerra tetro· e dominato da un'atmosfera di sospetti della dittatura staliniana, guarda al popolo russo con una simpatia che manca in qt1asi tutti i resoconti di questo periodo. Piuttosto che tentare un'indagine sistematica, egli vuole offrire un rapido panorama, fatto di incontri, di interviste, di fatti di cronaca significativi. · L'insistenza su due temi essenziali - la figura di Kruscev e la mentalità del cittadino sovietico - può sembrare eccessiva nel suo libro. In realtà, _l'autore dedica tanto spazio alla perso11alità e persino alle «battute» del capo del Cremlino perché, attraverso di esse, gli sembra di poter ricostruire i n1otivi di fondo della più recente politica di Mosca. Si sofferma sul problema degli alloggi per poter descrivere i penosi drammi della coabitazione e il disagio delle famiglie che soltanto tra 10-12 anni potranno disporre di un appartamento tutto per loro. L'opera è piena d'intuizioni felici, di osservazioni dettate dalla conoscenza di cose e persone, ma è spesso frammentaria e frettolosa. Le Cronache degli anni di Kruscev hanno tuttavia il merito di comunicare al lettore il clima del periodo di transizione dallo stalinismo al disgelo, l'incertezza che sembra caratterizzare la vita in Russia. Werth esamina in particolare quegli aspetti dellà politica krusceviana, come l'inasprimento del codice penale e il ritorno alle deportazioni, che sono in contrasto con l'innegabile liberalizzazione avvenuta subit~ dopo il rapporto su Stalin e coglie assai bene l'atmosfera di paura, di diffidenza, che domina ancora i rapporti sociali. La difficoltà del paesaggio dall'uno all'altro regime e la mancanza di garanzie giuridiche di libertà spiegano la provvisorietà in cui sente di vivere a volte l'uomo comu11e, il sospetto con cui sono guardati gli stranieri, so-prattuto quelli che fanno domande. 95 Bibliotecaginobianco

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