Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Lo Stato di libertà sarebbero dovute affrontare. Del resto, una siffatta titubanza ed elusività da parte dei comunisti è stata propria no•n soltanto delle loro p,rese di posizio.ne sui problemi istituzionali di una democrazia moderna, ma di tutto il lo1 ro atteggiamento innanzi a quanto accadeva intorno a loro (dalle trasformazio,ni del capitalismo alle questioni dell'integrazione· europea). Ed al futuro storico .di quel decisivo periodo della vita italiana che va dal 1947 al 1956 non potrà non apparire singolare questo ritardo di una presa di coscienza delle realtà concrete da parte di un'intellighentsia politica, che si vorrebbe la più agguerrita e la più ·spregiudicata, e che ritiene di essere in possesso, addirittura della sola chiave· capace di schiudere la porta dei misteri del mondo. · · So, benissimo che una delle ragioni di questo fenomeno va ricercata nelle obbedienze (e qualcuno potrebbe· essere tentato, di dire: nelle servitù) internazionali del Partito Comunista Italiano (come di o·gni àltro partito comunista), in quel tanto, di fedeltà ideologica, oltre che politica, che esso deve alla « chiesa-madre » del comunismo. Talché, quando l'ideologia e la politica dell'Unio,ne Sovi_etica erano_ ispirate a quella chiusura che oggi con accento di co,ndanna si definisce « staliniana », l'ideologia e la po:litica dei comunisti italiani non potevano non essere rigoros.amente condizionate; e quando·, invece, alla rigidità di un temp·o si è sostituita una maggiore fluidità, anche in Italia se ne è potuto constatare il contraccolpo 1• E proprio· il pro,blema delle • istituzioni di una democrazia moderna, da cui abbia1no· preso le mosse per questo articolo•, può essere assunto come pro·va illuminante: perché _è stato soltanto dopo che nell'Unione Sovietica si è cominciato a parlare di « ritorno alla legalità », di « legalità socialista » e via discorrendo, i medesirni temi hanno d'improvviso ritrovato larga eco nella pubblicistica comunista italiana, e si è dato il caso di giovani studiosi che hanno scoperto, o riscoperto, lo « stato di diritto ». Il fatto è, però, che la più moderna dottrina Jiberal-democratica ha superato l'impostazione dei problemi di libertà nei meri termini della legalità: ha, cioè, dimostrato che non si da autentica tutela gi11ridica ai diritti quando l'impalcat11ra dello stato di diritto non sia sostenuta da quello che potremmo chiamare lo stato di libertà, quando, inso1nma, i diritti non siano gara11titi dalla libertà politica, cori tutti i meccanisn1i al livello dello stato e della società che· questa esige e co111.porta. La più modem~ dottrina liberal-democratica ha capovolto, entro certi limiti le p·osizioni teoriche del famoso saggio di Constant sulla lib·ertà degli antichi comparata a quella dei moderni, -laddove invece la prassi sovietica par ritornare proprio ai principi direttivi di quel saggio, almeno n~gli sviluppi che ne diede la scuola giusp·ubblicistica tedesca del secolo scorso: con 7 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==