Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Mario Chiati i{ Di queste aree, una volta urbanizzate, dal Comune viene ceduto all'asta il diritto di superficie. I Da questa sintetica esposizione del contenuto dello schema possono facilmente rilevarsi le analogie con quello già predisposto dalla Commissione Zaccagnini, per quel che concerne il siste1na dei piani multipli alle diverse scale e di diversa ampiezza territoriale. Altre numerose analogie potrebbero· riscontrarsi da un esame analitico dei due schemi, in ordine soprattutto alle disposizioni di carattere più strettamente tecnico-urbanistico, come, ad esempio, per quel cl1e concerne il contenuto del piano regolatore, ecc .. Rimane salva naturalmente quella differenza di impostazione a cui si accennava più avanti. Per quel che concerne la perequazio·ne fra proprietari di aree, il · precedente schema .ricorreva al sistema della pere uazione dei volumi, per quanto riguarda le limitazioni derivanti allo jus aedificandi dalle , determinazioni del piano particolareggiato, mentre (art. 57) continuavano a non essere indennizzabili quelle derivanti dalle determinazioni del piano regolatore generale. Un siste1na misto, quindi, che sembrava frutto di un compromesso fra opposte tendenze più che avere una sua intrinseca gi 11s tificazione. Da quanto si è detto circa il contenuto dello schema -predisposto dalla Commissione Sullo, appare evide11te che di materia di discussione ve ne è molta, anzi moltissima. Si può ad esempio discutere se, per quel che concerne la formazione dei piani territoriali regionali, sia esatto far coincidere il perimetro di essi con quello delle regioni. Altri problemi da esaminare potrebl)ero essere qt1elli delle funzioni da riservarsi alla Provincia in sede di formazione di piani regionali e con1pre11soriali, delle procedure di formazione ed approvazione dei piani ai vari livelli, della partecipazione in genere degli Enti Locali alle procedure di formazione dei piani, per non parlare di una serie di altre questioni di mi11or momento. L'attenzione degli studiosi prima e dei politici poi si è però fermata su due punti dello sche1na: quello della espropriazione delle aree ricomprese nel perimetro del piano particolareggiato e della successiva cessione ai privati del diritto di superficie. Ciò è avve11uto non a caso : si è detto all'inizio che la soluzione del pro~lema delle aree fabbricabili costituisce il fulcro di ogni disciplina urbanistica, e non solo 11el nostro Paese. Tale soluzione è resa più diflicile dal fatto che, come è bene messo in rilievo nella relazione cl1e accompagna lo schema predisposto dalla Commissione Sullo, nell'attività urbanistica l'aspetto sostanziale, costituito dalla· concezione della proprietà urbana, non si presta a delle 82 Bibl"otecaginobianco

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