Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Editoriale cultura e per l'ingegno, per i profe:ssori d'università, perché 11-ondovrebbe essere vero per i capitani d'industria? Paesi ad antica civiltà democratica co.me l'Inghilterra e gli Stati Uniti ammettono schiettamente che chi ha certi interessi, che sono per volu1ne più. ingenti di altri, possa tentare di difenderli dando finanziamenti ai partiti; solo che le classi dirigenti di quei paesi, essendo accorte, hanno preteso, da qualche tempo a questa parte, che tali finanziamenti non stlperassero un certo linzite e soprattutto che fossero pubblici. Il dottor X, monopolista della pietra pomice, è padronissimo di dare cento milio11i l'anno al partito X: bisogna, però, che· non possa dare più di cento milioni e che tutti sappiano e che tutti i giornali possano stampare che egli ha dato quei cento milioni. Ovviamente si può essere certi fin d'ora clie si troverebbero i modi di aggirare anche una misura di questo genere: ma intanto, poiché i partiti qualcosa spendono, qualcosa dovrebbero pur denunciare: e quando si sapesse da chi ricevono anche solo la metà di ciò che ricevono, il beneficio per la vita pubblica sarebbe assai maggiore di qu_ello derivante da qualsiasi finanziamento pubblico! Quanto al problema del partito comunista e del suo ruolo 1iella vita democratica italiana, ci sembra che la relazione dell'on. Malfatti fosse quella che toccasse più da vicino il cuore della questione. È fi1z troppo evidente che la presenza di un partito· a vocazione totalitaria falsa il libero gioco democratico. Ma questa non è una questione che si possa risolvere applicando utia coerenza astratta. Perché, a voler essere astrattamente coerenti, dall'osservazione che la presenza di un partito a vocazione totalitaria basta a falsare il gioco den1ocratico bisognerebbe dedurre che non si può tollerare l'esistenza di qi1el tal partito. E no11 v'è chi non vede che la deduzione sarebbe logicamente impeccabile e la conclusione assai poca savia. Anche a voler lasciare da parte la questione che la democrazia 110n può ricorrere ai sisten1i antidemocratici, basterebbe rifiettere che un partito a vocazione totalitaria, messo fuori della legge, si nasconderebbe dietro itn'altra etichetta o in un altro partito, e continuerebbe tranquillamente a falsare il gioco democratico, e sarebbe, anzi, assai più pericoloso, perché finirebbe con l'essere il. mitico lupo in veste di agnello. E se ciò è vero, non resta altra strada che quella che si è sempre consigliata in Italia dai democratici autentici e che ancora Malfatti suggeriva a San Pellegrino: svuotare il partito comunista dalla sua carica e della sua capacità di attrazione togliendogli le ragioni di crescita ed insieme facendogli il vuoto intorno. Ma a questo punto il discorso diventa politico: e non abbianzo certo bisogno di dire ai nostri lettori quale sia a nostro giudizio la politica che meglio assicura di realizzare un programma di sfida al comunismo di siffatto genere. Bibliotecaginobianco

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