Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Lettere al Diretcore un'atmosfera libera da pregiudizi ancestrali, 110n viziata da eredità borboniche, non inquinata da conservatorismo visto ·e celato sotto le più strane e stravaganti spoglie. Con le iniziatìve industriali e commerciali che si vann,o moltiplicando nelle regioni meridionali, si è scatenata itna corsa affannosa e fruttuosa· di piccoli, medi e grandi centri di potere assolutista e dispptico e la confusione talvolta è inevitabile. Nella provincia di Bari oggi fu,nzionano trentadue centri di addestramento professionale riconosciuti dal Mùiistero del Lavoro e della Previdenza Sociale e gestiti da tredici enti diversi, rna senza alcun coordinamento fra loro per cui nessuno conosce le esigenze effettive di forze di lavoro delle industrie locali, nessuno « mette ùi ordine » le richieste e le _possibili offerte di manodopera e succede spesso che vi s0110 all'ufficio di collocamento richieste per quattordici tornitori che non si possono soddisfare, mentre vi sono sul mercato trecento elettricisti qualificati n.ei corsi professionali che non vengono assorbiti dalle industrie per il semplice motivo che in fatto di elettricisti hanno i quadri al completo. Ma intanto quei tredici enti sono ottime pedane di lancio per altrettanti notabili, ciascitno con la sua clientela fissa e fluttuante, legata alla clientela dell'uonio politico e cort ramificazioni e a_p_poggi,tanti sottili fili, invisibili ad occhio nudo~ ma resistentissimi, che legano, aggrovigliano, si dipartono per 1'nille vie e mi~le interessi, uguali e diversi, piccoli e grandi, e sfociano nell'abuso, nell'intrallazzo, nel tira a campare, nel chi te lo fa fare, rivolto sommessamente a chi tenta di capire,· nelle regalie, nei favori sottobanco. nella conipravendita dei voti, nel bocciare· un provvedimento di esproprio che investe i terreni di un potente, ecc. In un articolo di Vittore Fiore, scritto per itna rivista culturale pugliese che vedrà la luce fra breve tenipo, il nostro amico si chiede: « Che cosa è realmente cambiato nella vita politica comunale rispetto al quadro storico che attribuiva al trasformismo, al clientelismo, ai municipalismi, all'arretratezza economica, all' analfabetisnio, alti11unaturità politica_. all'accentramento statale la colpa dei nostri mali secolari? Quali trasformazioni sono intervenute nell'ambito dei comuni dopo il 1943? Forse che trasforrnisn/lo, clientelismo, mal costu~ze sono del tutto scomparsi? O non abbian10 visto .sotto i 11.ostri occhi lo svolgersi tenace di fenomeni degenerativi che hanno isterilito la nostra cultura che non ha resistito alle seduzioni del confor111ismo, alle intimidazioni delle classi dirigenti più arretrate e dei centri di potere? Assistiamo indifferenti alla distruzione dei centri storici, all'imbruttimento delle città, alle devastazioni del cemerzto, q,l dominio inco11trastato dell' empiris1no del pressapochismo, alle sopraffazioni delle consorterie locali, nemiche di ogni idea nuova di progra111mazione. La Puglia si trasforma sotto i nostri occhi _per impulsi esterni, visto che la nostra cultura è incapace di indicare linee proprie di sviluppo, che nzuovano dalla considerazione attenta del nostro· patrimonio storico, uniano, della nostra effettiva realtà sociale. 52 Bibliotecaginobianco

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