Domenico De lv1asi E con questo mi pare di avere esaurito ~a rassegna di tutti i diversi elementi sui quali poggia l'attuale quadro criminoso nella Sicilia occidentale. La mafia - e questa è l'unica verità confortante fra tante incresciose considerazioni - attraversa il momento di maggiore c~isi, perché l'inevitabile urto col progresso ha raggiunto il punto massimo di tensione: ora lo Stato ha in mano la carta buona e può procedere all'eliminazione totale del fenomeno, inserendosi nella particolare contingenza con forza e soprattutto con i1nparzialità. Ho parlato con ce11tinaia di persone di tutti i ceti ed ho trovato che dovunque, nell'attesa della tranquillità, si parla di inchiesta parlamentare, di confino, di retate, con una speranza cl1e sarebbe grave deludere. Soprattutto si guarda con fidl1cia alla Commissione parlamentare che ha cominciato i lavori sotto l'incalzare delle stragi che hanno insanguinato Palermo nell'estate di quest'anno e si spera che la st1a opera, a differenza di quanto è accaduto per altre inchieste del genere, sia ad un tempo proficua di utili schiarimenti e di sostanziosi provvedimenti concreti. Quando i componenti della Co1nmissione si sono 1nessi all'opera, la stampa ha seguito l'avvenimento co11 soddisfazione, 1na spesso accompagnata o venata da un certo scetticismo. Montanelli, per esempio, ha scritto (« Domenica del Corriere ~> dell'l 1 agosto scorso): « Cosa volete che faccia la 'commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia', composta com'è di uomini fermamente decisi a farne pretesto di propaganda elettorale a favore ciascu110 del proprio partito? » Non credo che si sia in diritto di insinuare simili dubbi ancor prima che la Commissione muova il primo passo; e mì pare opportuno ricordare che, proprio mentre l\tlo11tanelli ali111entava l'equivoco del folkloremafia con un suo «incontro» salottiero dedicato a Calogero Vizzini («Pantheon minore », pag. 287 e segg.), alcuni parlamentari e uomini di partito erano già in lotta aperta con la mafia sul suo stesso terreno; e che, anzi, Li Causi, ora vice-presidente della Comn1issione parlamentare d'inchiesta, volle anche lui « incontrare » don Calogero, ma lo fece sulla piazza di Villaba per sn1.ascherarlo con coraggio nella sua stessa tana e in presenza dei suoi sgherri, che risposero ferendolo a colpi di mitra. Altri giornalisti si sono trattenuti sul metodo con cui la Commissione d'inchiesta avrebbe dovuto affrontare il suo compito. Sono stati soprattutto criticati i riferimenti di Ferruccio Parri e di Paolo Rossi alla necessità di procedere ad una « raccolta di documentazione » ed è stato detto che la Commissione deve realizzare soltanto una « inchiesta operativa» perché ormai non c'è più nulla da sapere sulla mafia di cui. anzi, si sa tutto, « compresi nomi, cognomi e indirizzi dei capi 38 Bibliotecaginobianco
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