Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

.Domenico De Masi caul, che vivono· insieme agli strati più miseri della popolazione e si autofinanziano prestando opera co·me operaie o cameriere. La stessa Curia, in occasione della morte di Giovanni XXIII, ha permesso l'affissione del 1nanifesto più difforn1e dallo spirito del defunto Pontefice, ove si diceva che « i comunisti piangono il Papa per ingannare i cattolici ». Tutta l'opera pastorale sembra doversi esaurire nella lotta alle sinistre e nell'impedire l'inserimento delle donne in una normale vita di civili relazioni. d) Il particolarismo per cui alcu11i esponenti politici hanno spregiudicatamente favorito l'organizzazione intorno alle loro cariche di grappoli clientelari, ha accentuato in modo spettacolare quel fenomeno di paternalismo dal quale è stata sempre afflitta la Sicilia. Anzitutto va notato come le fortune della mafia siano state se1npre direttamente proporzionate alla vicinanza dei centri di potere: la parte orientale e sud-orientale dell'isola è immune dalla tara mafiosa anche per la sua maggiore distanza da Palermo. Fino a venti anni or sono l'unica diffi.. coltà frapposta ali'« intrallazzo » era costituita dalla necessità di ricorrere di tanto in tanto ai lontani e potenti amici politici di Roma; ma ora, con l'autonomia regionale, le leve del potere . sono a portata di mano e, per raggiungere i funzionari, basta fare una _telefonata o entrare nei bar del centro. Con ciò non voglio dire che la « Regione >) è in blocco asservita agli speculatori: del resto la commissione parlamentare d'inchiesta è stata sollecitata proprio dall'assemblea regionale. Però, l'autonomia ha pericolosa1nente avvicinato i centri del potere statale_ ai centri del potere criminale coi rist11tati che orinai tutta l'Italia conosce. Calamandrei disse: « La mafia non scomparirà fino- a quando vi saranno sindaci, deputati e n1agari ministri che debbono la loro elezione alla mafia ». Ai tempi di Mori non si facevano elezioni, ma oggi in Sicilia vi sono con1petizioni elettorali ogni anno e le occasioni di interferenze tra mafia e politica sono infinite: quando poi un candidato vince le elezio11i per interve11to della mafia, la sua carica resta ipotecata al volere dei grandi elettori che se ne servono per accaparrarsi ogni sorta di privilegio e per salvare la propria immunità. Nell'aprile scorso, durante un'istruttoria a carico del notissimo mafioso Paolino Bontade, la deputatessa Badaloni lo ha difeso davanti al giudice istruttore garantendone la buona condotta: « Attesto - dice testualmente la deposizione - che il signor Paolino Bontade è persona onesta e dalla 1norale ineccepibile » ! Se si passa dal campo politico nazionale a ,,.quello locale, le cose peggiorano: l'amministrazione di Salvo Lima a Palermo è un esempio di malcost_ume che non trova confronto neppure nel !aurismo di Napoli . . 32 Bibliotecaginobianco

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