Sopraluogo nella Sicilia della mafia delle vittime ad una vecchia che seguiva i feretri piangendo e quella rispose: « Ma perché, morti ci sono? ». Allo· stesso modo, secondo quanto ha riportato la stampa ( « L'Espresso» del 18 agosto 1963), . allorché il presidente della Comn1issione d'inchiesta, sen. Donato Pafundi, ha domandato al prefetto di Caltanissetta: « Cosa può dirci dell'attività di mafia nella s11a provincia? », questi ha risposto: « Veramente nella mia provincia non c'è mafia ». Caltanissetta, dall'inizio del secolo ad oggi, detiene il primato di delitti mafi9si. e) Il clero in Sicilia è una forza : ed i mafiosi - come mi dice il segretario della Camera del Lavoro di Termini Imerese - si sono sempre preoccupati di indirizzare gli eventuali figli studenti non solo verso l'avvocatura e la magistratura, ma anche verso il sacerdozio. Calogero Vizzini aveva due fratelli sacerdoti; a Caccamo un prete e suo fratello (e ne è al corrente anche un alto .prelato palermitano) sono certamente i capi della « cosca » locale; a Monreale pare accertata la connivenza che ci fu tra Giuliano e il vescovo dell'epoca. Co·munque, anche quando non si è in presenza dei casi - per fortuna rari - di partecipazione diretta all'attività cri1ninosa, resta di fatto che il comportamento del clero è di aiuto indiretto alla conservazione dello status quo e contribuisce enormemente a polarizzare tutto il senso etico del popolo verso una forma di 1norale che ha come solo obiettivo l'ingigantimento aberrante delle colpe sessuali. Per me, cattolico, è doloroso riconoscere tutto questo; 1na è anche necessario. La staticità, che in tutta la Sicilia è un fattore di arretratezza, sembra addirittura l'unica, assillante preoccupazione delle parrocchie, le quali contribuiscono in mille modi a rafforzarla, alimentando le usanze. reazionarie, lottando contro ogni forma di apertura politica, di libertà mentale e di promiscuità dei sessi, difendendo la fossilizzazio-ne delle donne, gli assurdi usi funebri ed il più retrivo bigottismo. A Pollina, in provincia di Palermo, un canto di chiesa dice: « chi segue la moda non segue Gesù»; e il prete, parlando alle maestre, raccomandava loro di essere -molto caute nell'istruire i giovani e renderli partecipi del nuovo ordine di idee che altrove ha fruttato progresso e democrazia: « Rapitincilli l'uocchi, ma unu sulu » (apriteglieli gli occhi, ma uno solo); ed è un vero peccato che non si possa ripo·rtare per iscritto anche il tono con cui questa frase era pronunziata. Nello stesso paese mi è capitato di sentire aspre criticl1e rivolte ad una vedova che aveva osato uscire sul balcone per innaffiare i fiori « dopo soli tre mesi» dalla morte del marito. A Palermo, il Cardinale Ruffini, che ostenta larga benevolenza per ordini « borghesi » come le Suore Teresiane, si è opposto recisamente all'arrivo delle Petites Seurs del padre De Fou~ 31 Bibiiotecaginobianco
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