.. , Sopraluogo nella Sicilia della mafia tecnico-culturale deriva la soggezione economica, l'ignoranza dei mezzi moderni di produzione e quindi il disinteresse a procurarseli (così, ad esempio, la lotta di Danilo Dolci per la diga sullo Jato è stata sostenuta solo da quei contadini che sapevano cosa è una diga e q_uali vantaggi ne possono derivare). Questi tre fattori, uniti alla violenza del carattere, hanno costituito il protoplasma del fenomeno mafioso; l'istinto di con-· servazione e il desiderio di libertà ne hanno agevolato l'istituzionalizzazione. Ma come si è inserito lo Stato in questa società così abnorme? Nel passato il governo centrale ha organizzato quattro repressioni (1870-1880-1923-1933) e numerose inchieste. Con le prime si volevano debellare, usando la massima energia poliziesca, i mafiosi già attivi; con le seconde si volevano· i11dividuare le cause della mafia per fornire agli organi legislativi ed esecutivi tutte le informazioni necessarie ad apprestare quei rimedi sociali che avrebbero permesso la corretta e tempestiva educazione dei potenziali mafiosi. Il buon risultato era garantito solo dall'uso sistematico, serio e soprattutto simultaneo, di quei mezzi: invece la forza fu usata, le inchieste pure furono fatte, ma le trasformazioni di fondo che esse suggerivano furono tacitamente insabbiate. Il prefetto Mori sbrecciò il muro dell'omertà, acuendo l'esasperazione delle masse, e fece ricorso a torture ed esecuzioni sommarie. Qualcosa ottenne : « nella sola provincia di Palermo - scrive Fra11co Briatico in « Terzo Programma» - da 233 omicidi nel 1922 si era scesi nel primo trimestre del 1929 ad uno solo, da 246 rapine ad una, abigeati ed estorsioni, che 11el 1922 ammontavano rispettivamente a 53 e_ 51, erano scomparsi ». All'impiego della forza non corrispose, però, una rieducazione popolare né un miglioramento delle condizioni di vita, sicché, dopo l'ultima guerra, t11tto rico1ninciò da capo, con la violenza di sempre; e persino il nuovo ricorso alla forza da parte dello Stato rimase invischiato nelle pastoie burocratiche e negli « intrallazzi » delle « cosche » con i pubblici ufficiali (indicativo al riguardo l'articolo: Il roma11tico Giuliano di Lidia Herling Croce in « Nord e Sud» del giugno 1956), mentre la maggiore vicina11za dei ce11tri di potere, ottenuta tramite l'autonomia regionale, permise che la mafia, anzicché scomparire con l'avanzata del progresso, cambiasse veste, mutandosi essa stessa in forza politica, da semplice strumento elettorale che era. · .Si è giunti, così, alla situazione attuale: in gran parte d'Italia chi tenta di ottenere un illecito favore da un uomo politico, gli manda una busta contenente un assegno; mentre a Palermo i pochi che questo favore non ottengono, gli mandano una « Giulietta » carica di tritolo.-. Buona parte della Sicilia occidentale l1a dimostrato di essere giunta 27 Bibliotecaginobianco
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