Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Sopraluogo nella Sicilia della mafia .. tre per cento in conto corr_ente), dalle capricciose distribuzioni delle · preferenze elettorali (l'on. Colajanni ha denunziato quelle con cui è stato· eletto l'onorevole Canzoneri, difensore di Liggio). · Sono cambiati i tempi, i metodi ed i sistemi per sfuggire alla giustizia. Lo spezzettamento della proprietà terriera ed i mutati rapporti tra i profitti conseguibili con l'agricoltura e quelli conseguibili col commercio e l'industria hanno spinto i mafiosi all'esodo ,,erso i centri di potere ormai raggruppati a Palermo; ma la città ha condizionato i sistemi del crimine ed ha trasformato la n1entalità dei criminali. I mafiosi rimasti in periferia, come un appaltatore di costruzioni stradali conosciuto a Menfi, o·rmai si li1nitano a fornire i killers che, su richiesta delle bande cittadine, si recheranno a Palermo, compiranno in fretta il delitto indicato e torneranno rapidamente in paese per salvare l'alibi. Non a caso Caccamo, Sciara, Partinico, Favara, Monteleone, Alcamo·, i centri antichi e sinistri della mafia tradizionale, hanno visto calare notevolmente il nu1nero degli omicidi negli ultimi cinque anni. In questi paesi si uccide ancora perché un popolo cresciuto nella violenza non può purificarsi improvvisamente dalle scorie ancestrali che lo inquina110 e lo inducono al delitto·, ma gli assassini non rientrano più l)el paradigma tradizionale e nulla ormai li diversifica da quelli di Roma, di Ponte San Giovanni o di Casal di Principe. Il titolare dell'unica cattedra italiana di So-ciologia Criminale, prof. Guadagno, che ha dedicato un'analisi scientifica alle manifestazioni sociali della criminalità, sintetizza acutamente i caratteri della maiJa tradizionale in: « senso di avversione e resistenza al governo ed all'ordine costituito, autonon1ia, autogiustizia » (Li_neamenti di Sociologia Crim~nale, Ed. Liguori, 'pag. 158). Nulla di tutto questo può riconoscersi nell'attuale pazzia omicida dei vari Greco e La Barbera che si annientano a vicenda, non per contendersi il primato ed il maggior rispetto in una società ormai disonorata, ma esclusivamente per accaparrarsi gli appalti ed i lauti guadagni che ne derivano. 111Sicilia sono mutate tutte le premesse storiche della mafia. Alla fine del secolo XVIII vi si contavano 142 principi, 95 duchi, 788 marchesi, 95 conti, 1274 baroni, tutti carichi di feudi e di privilegi. Ora il numero dei nobili veri o sedicenti non è diminuito, ma le franchigie e i patrimoni sono svaniti nei « voli di rondine », come chiamano a Palermo i dissesti finanziari. Così pure a Favara (dove_ nel 1919 soltanto un v~cchio di 83 anni morì - come dice la lapide ~ nel seno della natura, cioè di morte naturale, mentre tutto i~ resto dei decessi fu doYll:tOa morte violenta) ancor'oggi esiste un cimitero vecchio, o dei nobili, e un cimiterQ nuovo, o dei villani; ma il secondo è quasi in disuso: Con le vicende 25 Bibli.otecaginobianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==