Do1nenico De· A1.asi criminali vogliono la carriera rapida e il guadagn~ facile. Dove prima il « pezzo da 90 » portava con sé una patriarcale superiorità, la flemma dei modi e la compostezza di un'etichetta che era quasi liturgia, ora il gangster preferisce sveltezza nei 1netodi, rapidità nella carriera e ricchezza ad ogni costo. Per raggiung.ere tutto questo egli accetta « l'intrallazzo » politico, l'omertà e l'aiuto degli « amici », ma non giunge a sacrificare il denaro al prestigio. Mentre a suo tempo il prefetto Mori impiegò anni per sbrecciare il muro dell'o1nertà e dirottare l'attività delle « cosche » verso la lotta i11testina, ora, per moto spo11taneo, varie « famiglie » si ammazzano tra di loro, se11za preoccuparsi del carattere per così dire fratricida che assume la lotta in seno alla stessa ampia società. Naturalmente l'attuale forma di delinquenza è meglio individuabile ed estirpabile della mafia. Anzitutto i vecchi mafiosi, per compiere un delitto, si servivano sempre di sicari, mentre i gangsters di o·ggi sono spesso mandanti ed esecutori dei crimini commessi; in secondo luogo il vecchio fenomeno mafioso interessava quel fluttuante· e 1nobilissimo strato intermedio inserito tra i feudatari e i braccianti, mentre oggi i mafiosi non si limitano alla funzio-ne nascosta di procacciare voti a-i candidati o di agevolare l'attività delle imprese, ma so·no essi stessi impresari e si fanno eleggere sindaci (anche in questo, Liggio fu un pioniere: al contrario di Navarra, che ostacolava la costruzione della diga di Piano della Scala, egli cercò di accaparrarsene gli appalti). La mafia era una realtà sociale distorta ed aberrante, che recava in se stessa i germi del proprio abnorme ripro·dursi nel tempo; il gangsterismo è una forma patologica che investe solo la parte antisociale della popolazione siciliana e reca in sé soltanto fattori di autodistruzione. Il mafioso era al· centro della vita dell'isola e si attribuiva il diritto di regolarla senza però eccedere in lusso smodato, mimetizzandosi, anzi, sotto un tenor~ di vita di tipo rurale e trincerandosi con sicurezza dietro la legge dell'omertà o·gniqualvolta gli si fosse imputato un delitto; il gangster, invece, sa di essere contro la legge, è attratto da un genere di vita vistoso, stenta a passare inosservato e, se resta smascherato, si da alla macchia o espatria. Prima era difficile individuare un miliardario come Calogero Vizzini che conduceva pressocché la vita del co-ntadino; oggi l'elenco degli indebiti arricchimenti e delle speculazioni si può ricavare attraverso gli sbalzi improvvisi delle denunzie Vano-ni (negli ultimi due anni i palermitani con oltre 5 milioni di imponibile sono saliti da 100 a 1800), dalle liste dei grandi muj:uatari senza garanzie (è il caso di Vassallo, un carrettiere palermitano che è riuscito ad ottenere dalla Cassa di Risparmio un credito fiduciario di 715 milioni al 24 Bibliotecaginobianco
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