Do1nenico De. Masi Un solo quotidiano ha tratto stin1olo dai recenti episodi di sangue per pubblicare un'inchiesta estesa alla condizione economico-sociale dell'isola e co11vogliare l'attenzione del pubblico sui problemi di fondo che si agitano dietro il tritolo e la lupara. La stampa, in altri termini, ha agito sull'opinione pubblica più da stimolante che da informatrice approfondita; ed ha sollecitato notevoli provvedimepti dagli ambienti giurisdizionali, ma non ha fornito elementi attendibili per fissare lo stato del problema in tutta la sua con1plessità. · Di conseguenza, in « continente », è pervenuta una ennesima in1magine sfocata ed appiattita del fenomeno mafioso le cui motivazioni sono state come al solito ridotte di numero e falsate nell'essenza: la complessa tridimensionalità di un problema annoso si è ridotta in tal modo a fenomenologia criminale semplificata ad uso dei salotti; l'opinione pubblica si è indignata per la strage di Villabate, il 1novimento turistico è diminuito nella Sicilia occidentale e quasi tutta l'Italia è convinta che la mafia, più giovane e più vegeta che mai, imperversa nell'isola come non aveva mai imperversato neppure ai tempi di Orlando. Se invece il feno1ne110 si esan1ina sul posto, ove è difficile che sfuggano le componenti secondarie e quelle principali, ma nascoste, le conclusioni sono diverse e, per alcuni aspetti, meno allarmanti. Si possono così riass-umere: 1) la mafia è nel suo stadio finale in tutte e quattro le province di Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Trapani; 2) nella zona di Palermo la mafia è degen~rata nella forma meglio estirpabile del ga11gsterismo; 3) di111inuzion.e e trasformazione sono dipese in minima parte dall'intervento diretto dello Stato e i11massima parte da fattori endogeni come il n1oto emigratorio e le trasformazioni economiche. * * * 1. - Dire che la_mafia l1a i giorni co11tati pt1ò sembrare azzardato, se si pensa al nun1ero rilevante di delitti avvenuti in questi ultimi tempi. Nella provincia di Agrigento, dura11te il periodo che va dall'arrivo del Co1nmissario Tandoj fi110 alla sua uccisione, ci sono stati 12 assas~ sini politici, 8 attentati a sindacalisti e 31 assassini di mafia rimasti impuniti. A Palermo-città, tra il 1951 ed il 1959 sono state ammazzate 211 persone; e a Palermo-provincia, negli ultimi ve11ti giorni del giugno scorso, sono state ammazzate 13 persone. Eppure è esatto dire che la mafia è in declino, perché, in tern1ini di sociologia criminale, la parola mafia rimanda ad un fenomeno preciso CO!]. suoi caratteri tipici senza dei quali di mafia 110n si può parlare. Dando. qui per scontate le origini storiche e i riferimenti ai Beati 18 Bibliotecaginobianco
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