Lo Stato di libertà Tutto ciò detto (e, com'è evidente, si sono accennati qui soltanto alcuni degli spunti che un tema come quello di una riforma istituzionale integrale può suggerire), resta da aggiungere che conviene non dimenticarsi di quella famosa scoperta di Tocqueville di cui si è già detto, che, cioè i problemi di libertà vanno posti anche al livello della società. E ad illustrare quello che si vuole intendere vale la pena di ricordare un episodio della recente storia a1nericana: il violento attacco che nel 1936-37 Roosevelt mosse contro la Corte Suprema. I giudici costituzionali di allora avevano assunto, a maggioranza, un atteggiamento di fortissima, per non dire irreducibile, avversione alla legislazione del « new deal »; talché, dopo le elezioni del 1936, che rappresentarono per lui un successo senza precedenti i11 tutta la storia degli Stati Uniti, Roosevelt propose un piano di riforma (per la verità alquanto discutibile) della Corte Suprema e sollevò contro la Corte stessa un vasto movimento di opi11ione. È noto l'epilogo della vicenda: il presidente ed uno dei membri della maggioranza co•nservatrice della Co·rte, prima ancora che il piano di Roosevelt fosse formulato, ma consapevoli dei fermenti dell'opinione e della necessità di dover giudicare delle nuove leggi con 1nentalità nuova, passarono con la mino,ranza progressista, che diventò a sua volta maggioranza; talché non vi fu bisogno che il piano di riforma fosse esaminato. Tuttavia, il giudizio degli storici sull'episodio è, per così dire, in ancipite, come sembra a me che non possa non essere : perché da una parte si deve sottolineare l'assurdità della pretesa dei giudici di sostituirsi agli eletti del popolo nello stabilire quali fossero i contenuti e le 1nodalità di una - legislazione conforme alla famosa clausola costituzionale del « benessere »; e dall'altra non si può evitare di indicare quanto di pericoloso vi fosse nello scatenare una campagna di opinione indiscriminata contro una delle più venerande istituzioni della libertà americana. La Corte Suprema degli .Stati Uniti poté resistere a quella campagna non soltanto perché durava da più di un secolo ed era entrata a far parte del costume politico del paese; ma anche p,erché, nel paese stesso, vi furono gruppi politici e non-politici che ne assunsero la difesa. E se non mancarono· le apologie interessate, non mancarono neppure e furono forse prevalenti le difese di coloro i quali, pur essendo consapevoli degli errori e dei torti della Corte, comprendevano e ponevano in giusta ~videnza la pericolosità della manovra rooseveltiana, che minacciava di sostituire a quello esistente un supremo tribunale costituzionale dipendente, nella sostanza, dal p-otere esecutivo. Né va trascurato il fatto importante che tra questi difensori equanimi della Corte vi furono molti i quali avevano sostenuto apertamente Roosevelt per i suoi pro15 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==